Raid dei disoccupati, tornano i roghi dei rifiuti
Esplode la rabbia dei disoccupati, e Napoli si ritrova in una morsa di paura. Non bastava il clima pesante dovuto agli scontri di piazza seguiti alla occupazione dell’ex convento da parte degli attivisti di CasaPound. Non erano sufficienti i pestaggi di simpatizzanti della Rete antifascista e del movimento di estrema destra, avvenuti in pieno giorno e nelle strade del centro. No. Ieri sera decine di cassonetti sono stati dati alle fiamme: dal corso Garibaldi al Ponte della Sanità, da piazzetta Volturno a Secondigliano e più su, fino ai Colli Aminei. Un rogo dopo l’altro. L’azione di guerriglia urbana, questo emerge dalle prime indagini della polizia, sarebbe ascrivibile ad alcune schegge violente riconducibili ai movimenti dei disoccupati. Tre diversi commando, che raccoglievano in tutto 20-25 persone, hanno messo a ferro e fuoco la città, costringendo ad un superlavoro vigili urbani e soprattutto i vigili del fuoco, che sono dovuti intervenire per spegnere i focolai. Sempre identica la tecnica: i cassonetti, e talvolta persino alcuni pneumatici, sono stati spinti al centro della strada, e poi dati alle fiamme. Su questo nuovo, grave episodio, indaga la Digos. Facile immaginare come dietro i diversi episodi ci sia una sola regìa. Gli investigatori non escludono la pista politica. Ieri mattina si era infatti improvvisamente interrotto il dialogo tra le principali sigle dei disoccupati e la Prefettura. «Quando ci siamo resi conto - ricostruisce al «Mattino» Gino Monteleone, rappresentante storico delle liste dei senzalavoro - che la Prefettura non aveva intenzione di riceverci, abbiamo rappresentato le nostre difficoltà ad accettare una linea che pretenderebbe di zittirci. La verità è che la Prefettura sta attuando la stessa linea espressa da questo governo, che non garantisce né libertà di manifestazione del pensiero, né di manifestare». Le sigle che ieri avevano tentato un incontro in Prefettura sono: il Coordinamento di lotta per il lavoro, l’Unione disoccupati organizzati, Eurodisoccupati, Udn, Disoccupati Scampia, Movimento lotta per il lavoro, Movimento in lotta Centro storico, Aposs, Disoccupati per il lavoro. «Sappiamo bene che il clima in città non è dei migliori - prosegue Monteleone - soprattutto dopo le tensioni che hanno segnato i giorni scorsi, dopo CasaPound e dopo i pestaggi di alcuni ragazzi. Ma non possiamo accettare l’imposizione di regole che puntano a metterci il bavaglio». Sullo sfondo delle rivendicazioni delle sigle dei disoccupati - che questa mattina hanno deciso, senza autorizzazione, di sfilare nuovamente per le vie di Napoli - resta il dramma dell’emergenza lavoro. Un’emergenza profonda. «Rappresentiamo 1300 corsisti e precari - spiega ancora Monteleone - Un universo troppo grande da controllare, per cui non posso escludere che ci sia qualcuno che di fronte ai “no” che continuiamo a ricevere, e di fronte all’incertezza del futuro, assuma iniziative anche violente». Implicito il riferimento all’incendio dei cassonetti. A preoccupare i disoccupati ci sono molte situazioni ancora aperte. A cominciare dai corsi di orientamento al lavoro che stanno per essere varati dalla Provincia: un canale di sbocco per 1600 persone. Poi c’è sono gli indultati, per i quali tra un mese termineranno i contratti. E resta in piedi un’altra annosa vertenza: quella dei «corsisti» che continuano a vantare un credito di 800 euro mensile da parte della Regione. In questo universo magmatico, infine, c’è spazio anche per le proteste dei Carc e del movimento per il lavoro Sll.