Cresce la mobilitazione dei lavoratori del settore che rischiano il licenziamento Barricate e blocchi stradali

Vertenza rifiuti, gli operai tornano sui tetti

Tensione davanti alla sede del Consorzio: in due per sette ore sul cornicione. Oggi incontro con lo staff di Bertolaso
6 ottobre 2009 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

La promessa di un incontro, per oggi alle 10, presso la struttura del sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania con Ettore Figliolia, avvocato dello Stato e capo dello staff tecnico di Bertolaso. È il risultato conseguito da decine di lavoratori dei consorzi di bacino al termine di una giornata di tensioni e proteste, blocchi stradali e dimostrazioni plateali. Ieri sera, intorno alle 20, erano ancora in 350 asserragliati davanti alla sede del Consorzio unico (l’ente nel quale sono confluiti alcuni degli ex consorzi delle province di Napoli e Caserta) dopo aver tenuto in scacco per l’intera giornata il centro del capoluogo minacciando anche blocchi stradali. Né la mediazione della Digos è riuscita a convincere due dei manifestanti a cessare il loro atto dimostrativo: sono saliti sul cornicione di un edificio di 15 piani, e lì sono rimasti per almeno sette ore. Altri 40 hanno dato vita a un’occupazione permanente degli uffici dirigenziali del consorzio, in quindici trascorreranno lì la notte. Sono venuti da ogni parte della Campania: da Benevento, da Avellino, dal Napoletano. Del resto, lo avevano annunciato: proteste per tutta la settimana. Ieri a Caserta, domani nel capoluogo sannita, giovedì in Irpinia, venerdì a Salerno. «Il 15 ottobre una grande manifestazione, ma soltanto il giorno prima vi annunceremo contenuti e modalità», fa sapere Enzo Guidotti, portavoce del movimento. Protestano i lavoratori dei consorzi, e il fronte del malcontento è duplice. Sono circa 2200 gli operai assunti a tempo indeterminato nel febbraio del 2001 la cui posizione è stata ritenuta nulla da una sentenza del Consiglio di Stato. Ora lo spettro del licenziamento è concreto; se tutto andrà bene, solo un contratto co.co.pro. (dunque a progetto) di tre mesi fino a dicembre. Poi nulla, a meno che non siano i comuni ad assumere direttamente queste maestranze. Loro invece chiedono che ci sia una stabilizzazione definitiva in regime full time a tempo indeterminato per tutti i dipendenti degli ex consorzi di bacino della Campania assunti con le ordinanze del ’99 e confermate poi nel 2001. Ma c’è anche un altro motivo di preoccupazione: dal primo gennaio prossimo, con la conclusione della fase di emergenza, i nuovi soggetti titolari del servizio di raccolta e di gestione degli impianti dovranno essere le società provinciali. «Ebbene - spiegano i lavoratori - il regolamento prevede la possibilità di assorbimento nei nuovi enti soltanto per chi può dimostrare un’anzianità di otto mesi. Ma se ci interrompono il rapporto di lavoro per tramutarlo in contratto a progetto, questa anzianità viene persa». Ecco perché Slai Cobas, Sindacato Azzurro, Rdb, Assotrasporti, Fesica Confsal, Uap e Cesil, da ieri anche Cgil, Cisl, Uil e Filas promettono ancora battaglia. Piccola appendice riservata al Consorzio unico: dalla scorsa settimana l’ente è acefalo (il presidente, Luigi Munno, sindaco di Macerata Campania, è stato considerato decaduto dal ministero dell’Interno) e la reggenza è affidata al vicepresidente. Acefala è pure la Gisec, l’unica società provinciale finora costituita in Campania, i cui vertici (presidente e cda) si sono dimessi a fine settembre.

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