Tarsu, la beffa dei rimborsi anche i poveri devono pagare
Oltre al danno dell’aumento della Tarsu del 60 per cento per i napoletani scatta pure la beffa. Il sostegno alle famiglie più povere - i 2,5 milioni di euro che l’assessore della stangata Riccardo Realfonzo ha pure appostato in bilancio - diventano un rimborso. Cosa significa? Che prima bisogna pagare e poi si può accedere ai fondi. La domanda allora sorge spontanea: come è possibile pagare la Tarsu se si tratta di famiglie che non hanno la possibilità di farlo? Sul sito del Comune è scritto in maniera chiara: «L’articolo 11 del Regolamento dispone che alcune tipologie di cittadini disagiati, successivamente all’adempimento dell’obbligo tributario, possano ricevere un contributo a totale o parziale rimborso della somma spesa per il pagamento della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani». Nella sostanza queste famiglie sono destinate a evadere la Tarsu perché non riusciranno a pagare la gabella. Ma c’è di più. Nel regolamento non è specificato quando scatteranno i rimborsi, a chi presentarli, in che modo in una parola non è stata fatta pubblicità a una delle misure più attese dai cittadini. L’ennesimo pasticccio di un bilancio che i Revisori hanno definito - riferendosi al documento contabile e agli allegati della delibera - «che i conti non risultano sufficientemente dettagliati in modo da consentire una immediata e chiara comprensione delle motivazioni che hanno portato alle variazioni contenute nella manovra. Inoltre si precisa che la delibera è stata consegnata al Collegio solo venerdì 25 settembre lasciando al Collegio pochissime ore per la formulazione del prescritto parere». Per i controllori dei conti di Palazzo San Giacomo la manovra è confusa e non chiara ma soprattutto a loro non è stato dato tutto il materiale necessario per fargli espletare quella delicata e importantissima funzione. Salvatore Varriale - consigliere comunale del Pdl è durissmo verso l’assessore: «Realfonzo prende in giro i napoletani - scrive in una nota - L’anno prossimo ci sarà nuovo aumento. Realfonzo è in malafede e dice il falso sulle reali responsabilità dell’aumento della Tarsu». Varriale precisa ancora: «La Tarsu aumenta perché il Comune ha buttato soldi senza migliorare il servizio nonostante da gennaio sia stato puntualmente informato anche da me su quanto sarebbe accaduto: non si è fatto niente per far pagare gli evasori che avrebbero da soli coperto quasi per intero la cifra mancante, non ha aumentato la differenziata e d’accordo con la Regione ha addirittura assunto altro personale all’Asìa». Ancora una stoccata: «L’assessore ci prende in giro anche adesso tacendo che l’anno prossimo le tariffe sono destinate ancora a crescere. Nel passaggio da tassa a tariffa sarà necessario includere voci come lo spazzamento delle strade che non sono attualmente inserite nel calcolo, si dovranno pagare i 10 milioni di stipendi ai lavoratori assunti all’Asìa dal Consorzio di Bacino Napoli5 pagati quest’anno dalla Regione». E proprio oggi i lavoratori dei bacini scenderanno in piazza con presidi e cortei che avranno come ultima fermata Palazzo Salerno, sede del sottosegretariato ai rifiuti. Per loro - in odore di licenziamento - la paura è grande. Sono circa 2200 operai assunti a tempo indeterminato con due ordinanze firmate nel febbraio del 2001 dagli allora vertici del commissariato per l’emergenza rifiuti. Due atti dichiarati nulli da una sentenza del Consiglio di Stato