Pianura e Bagnoli inchiesta sui veleni
Il sospetto è inquietante, e proprio per questo merita un’attenzione speciale. Sempre più subdoli e sempre più invasivi, i «veleni» di Napoli avanzano, continuando ad aprire nuovi fronti. L’aria, l’acqua e il suolo della Campania come una miscela devastante e aggressiva. E sui rischi che ne derivano alla salute umana - primo tra tutti quello dell’insorgenza dei tumori - si sviluppano nuovi filoni di indagine aperti dalla Procura. L’ultimo in ordine di tempo è quello sui suoli dell’area occidentale. Pianura, e non solo. La magistratura inquirente ha avviato un’inchiesta sulle aree di Bagnoli. Un’indagine, quella coordinata dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che punta a verificare i danni causati da decenni di inquinamento nel suolo e nelle acque del mare, ma anche dalla colpevole incuria di qualcuno. Ma presto la Procura potrebbe decidere di aprire un altro versante investigativo, alla luce del rapporto diffuso due giorni fa dalla Us Navy ai militari e civili americani che vivono a Napoli. Un documento - quello pubblicato ieri dal nostro giornale e realizzato dal Centro di salute pubblica della marina americana, che si trova a Portsmouth, in Virginia - che lancia ombre inquietanti sui «veleni» che ci circonderebbero. Il report prende in considerazione la permanenza media dei militari a Napoli e concentra l’indagine a soli tre tipi di tumore che possono svilupparsi in tempi rapidi: la leucemia mielogena acuta, il melanoma maligno e il tumore cutaneo non melanoma. Ebbene, spiegano gli esperti americani, queste tre tipologie di tumore non dovrebbero impensierire più di tanto gli americani che lavorano a Capodichino e a Gricignano, nel Casertano, ma solo perché la loro permanenza non supera i due anni. «State tranquilli - esortano gli esperti rivolgendosi ai loro connazionali - il tempo che trascorrete qui rende improbabile che voi accumuliate una esposizione alle sostanze chimiche che aumentano il rischio di cancro». Questo significa che, purtroppo, chi trascorre l’intera vita in questa zona, è inevitabilmente esposto a quel rischio. Ora la Procura potrebbe decidere di acquisire quel report, e di estendere le ricerche e gli accertamenti già svolti a Bagnoli e a Pianura anche in altre zone. A Bagnoli la Procura ha già nominato un pool di consulenti d’ufficio. Dovranno valutare i risultati dei carotaggi (le perforazioni che si fanno per sondare e analizzare la qualità del terreno). Individuate anche le zone prese a campione. Anche l’indagine condotta dal pubblico ministero Stefania Buda su Pianura, scaturita dalle denunce di decine di residenti della zona, continua a seguire il suo corso. E anche qui a breve si passerà alla fase dei carotaggi, che interesseranno soprattutto la’area della ex discarica di Contrada dei Pisani. Un dato positivo è rappresentato dalla collaborazione offerta alla magistratura inquirente da parte del ministero dell’Ambiente, che ha messo a disposizione strumenti e mezzi adeguati per ricerche tanto particolari. Nel frattempo in Procura continuano a giungere esposti e denunce dei cittadini.