Consorzi rifiuti, sale la tensione
«Non ho ancora ricevuto la lettera del commissariato per l’emergenza rifiuti sulle possibili implicazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle assunzioni a tempo indeterminato del 2001. In compenso, venerdì pomeriggio la Provincia mi ha contattato sul cellulare chiedendomi di approntare entro lunedì mattina alle 8 i dati sulla differenziata in tutti i Comuni di cui ci occupiamo». Gerardo Giorgione, presidente del Consorzio Benevento 1, sa di avere davanti giorni difficili. A causa del pronunciamento del Consiglio di Stato, incrociato con l’imminente chiusura, almeno sulla carta, dell’emergenza rifiuti, i 64 dipendenti della struttura rischiano, nell’immediato, di dover barattare un contratto a tempo indeterminato con l’«inquadratura» Federambiente con un contratto a progetto fino alla fine dell’anno. Quanto al medio termine, le prospettive di riassorbimento delle maestranze dipendono in buona parte dal piano industriale della Società provinciale di gestione, che però, data la complessità dell’operazione, non nascerà prima di qualche mese, come hanno ammesso l’assessore-commissario Gianluca Aceto e lo stesso presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile. Comprensibile, allora, che la tensione sia alle stelle; comprensibile che nessuno, a questo punto, si accontenti di rassicurazioni generiche. Da lunedì, quindi, quando la lettera sarà certamente arrivata, sarà molto difficile poter fare finta di niente, continuare ad organizzare turni, pianificare attività, come se niente fosse. Sullo sfondo, tra l’altro, c’è anche l’esasperazione per una traballante situazione finanziaria («Molti comuni pagano sistematicamente in ritardo») che genera continui slittamenti nell’erogazione delle spettanze, sia agli operai che agli organismi «politici» del Consorzio. Disservizi tollerati con rassegnazione, perché un lavoro «regolare», e a tempo indeterminato, anche se pagato in ritardo è sempre meglio del precariato o della disoccupazione. Ed ora i lavoratori sono pronti a dare battaglia ad oltranza. «Delle lettere inviate ai presidenti dei Consorzi - spiega Piero Mancini, portavoce del neonato ”Comitato autonomo di lotta” - lo abbiamo saputo venerdì pomeriggio grazie ad alcuni colleghi di Napoli. Questa accelerazione ovviamente ci sconcerta, e ci induce, a nostra volta, ad intensificare le iniziative per dire no alla precarizzazione di oltre 2000 lavoratori». Nella loro mobilitazione gli operatori del settore rifiuti avranno al loro fianco quelle che certamente sono le precarie più note del Sannio, e forse non solo del Sannio: le insegnanti del Cip, che per 12 giorni e 12 notti hanno «occupato» il terrazzo dell’Ufficio scolastico provinciale in segno di protesta contro i tagli agli organici della scuola. «Con loro - spiega Mancini - esiste una sorta di patto di mutuo soccorso: ci supporteremo a vicenda nelle nostre manifestazioni per difendere il diritto al lavoro».