I residenti restano scettici e sollecitano nuove analisi su aria, acqua e sottosuolo contro il rischio diossina

Incendio, nessuna nube tossica

Ad Atripalda rientra l’allarme dopo gli accertamenti Arpac
3 ottobre 2009 - Maria De Vito
Fonte: Il Mattino Avellino

Atripalda. Nessun dato allarmante emerge dalle prime analisi effettuate dall’Arpac sulla qualità dell’aria nella zona di Via Tufarole, a seguito dell’incendio allo stabilimento per la raccolta e il trattamento dei rifiuti, della «Irpinia Recuperi», avvenuto mercoledì scorso. Sono i tecnici dell’ente regionale di monitoraggio ambientale a esprimere rassicurazioni sulle condizioni in cui versa tutta la zona interessata dal rogo, sulla scorta del piano di controllo svolto per la contaminazione ambientale. Una fitta pioggia caduta sull’area, alle prime luci dell’alba di ieri, ha cambiato lo scenario. La nube bianca che, per oltre quarantotto ore ha stazionato sull’intera area, diffondendo allarme tra i residenti, sembra essersi dissolta, sebbene dall’impianto fuoriesca ancora del fumo, dovuto ai piccoli focolai che costantemente si riattivano sotto i cumuli di rifiuti arsi, controllati e domati dai vigili del fuoco che, incessantemente, da tre giorni, lavorano all’interno del capannone. Continua il monitoraggio ad opera dei tecnici dell’Arpac e la supervisione degli esperti dell’Asl Av2: «La centralina installata nel vicino autolavaggio sta registrando costantemente i flussi e l’andamento dei rilevatori e dai primi risultati emerge che in base alle leggi ambientali si è registrato un sostanziale sforamento del parametro dell’ossido di azoto, una sostanza dannosa, ma subito l’allarme è rientrato, avendo attribuito tale emissione ad un pullman che sostava nelle immediate vicinanze della centralina», spiega il direttore del Reparto dell’Unità Operativa di igiene e sanità dell’Asl, Francesco Guerriero. La qualità dell’aria viene indagata soprattutto a seguito delle esalazioni penetranti e fastidiose che caratterizzano la zona da quando è avvenuto l’incendio, sebbene da una prima stima, i rifiuti in giacenza e il materiale andati a fuoco, non presentavano caratteristiche tali da far temere il rilascio di diossina. «Stiamo effettuando le indagini su tutte e tre le matrici di riferimento, cioè su acqua, aria e suolo, sottolinea il responsabile dell’Arpac, Nicola Adamo, e abbiamo costanti riscontri, al momento positivi». Ma nonostante le rassicurazioni ottenute, resta l’allarme e la mobilitazione dei cittadini: «Con l’arrivo della pioggia la situazione potrebbe aggravarsi, perché la ricaduta di diossina è superiore - afferma Michele, uno dei residenti della zona - pretendiamo che ci vengano forniti i dati relativi alle analisi sui campioni di terreno, aria, alimenti e chiediamo anche di essere sottoposti ad accertamenti sanitari, dato che per giorni siamo stati costretti a respirare queste terribili esalazioni». I residenti chiedono l’adozione urgente di provvedimenti a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Intanto si comincia a studiare il piano per la rimozione dei materiali bruciati e per la bonifica dell’intera area.

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