Veleni nel Tusciano, maxi sequestro
Battipaglia. Ancora uno scempio ambientale, l’ennesimo. L'argine del fiume Tusciano, per l'intera fascia di circa cento metri che costeggia un'azienda di calcestruzzo e per un'altezza di due metri, invaso da rifiuti speciali non pericolosi: fanghi di lavaggio derivanti dall'attività esercitata e materiali di risulta costituiti da blocchi di cemento. Il tutto finiva direttamente nelle acque del fiume che, dopo un breve corso, sfocia in mare. Gli uomini della Guardia Costiera hanno accertato che le acque reflue industriali prodotte nel corso dell'attività esercitata dalla ditta, venivano raccolte in una vasca scavata direttamente nel terreno e non impermeabilizzata che, una volta colma, riversava il suo contenuto attraverso canalizzazione sulle sponde del fiume, con conseguente dispersione dei liquami sia nelle acque del Tusciano che nel terreno circostante. L'ispezione dei militari ha consentito inoltre di accertare l'esecuzione di lavori di spianamento e di riempimento di argini mediante l'immissione, con mezzi meccanici, di terreno vegetale misto a sabbia e polveri di cemento, con l’obiettivo di creare siti pianeggianti di stoccaggio per i prodotti di lavorazione del calcestruzzo su terreni adiacenti la sede dell'azienda, non di proprietà della stessa, e ricadenti nel demanio fluviale. Uno scenario di profondo degrado ambientale, l’ennesimo accertato dalla Guardia Costiera, che ha sequestrato l'intera area di 1.800 metri quadri. Il maxi sequestro della Capitaneria di Porto si inserisce in una più ampia attività investigativa operata sotto lo stretto coordinamento del sostituto procuratore della Repubblica di Salerno Angelo Frattini, tesa ad individuare e contrastare l'inquinamento dei corsi d'acqua sfocianti in mare. La Guardia Costiera di Salerno ha dunque posto i sigilli al noto impianto di lavorazione del calcestruzzo, ubicato nelle immediate vicinanze del fiume Tusciano, in località "Orto Grande" del Comune di Battipaglia. S’indaga per individuare i diretti responsabili. Ma non è la prima e putroppo neanche l’ultima scoperta che le ”guardie del mare” hanno fatto. Dall’inizio dell’anno numerosi sono stati gli interventi di risanamento nelle acque dei fiumi e agli argini, con spettacoli di assoluta incuria dell’uomo alla salvaguardia del patrimonio ambientale. Di recente, sempre sulle sponde del Tusciano, è stata scoperta una vera e propria discarica a cielo aperto, con sversamento di rifiuti di ogni tipo. L’attività di perlustrazione continuerà anche nei mesi invernali e nel mirino sono proprio le aziende vicine, colpevoli di illeciti sversamenti che vanno a danneggiare irreversibilmente la purezza delle acque e incidono negativamente sulla salute e il benessere di chi risiede nelle vicine abitazioni. Anche in questo contesto sono necessarie, oltre che i dovuti sopralluoghi che vengono svolti periodicamente e con diligenze, le segnalazioni di quanti assistono o sono a conoscenza di danni che colpiscono il patrimonio naturale che appartiene a tutti i cittadini e di cui tutti siamo responsabili in prima persona.