Licenziamenti annunciati «Utilizzate la sentenza»

Lettera ai presidenti, in bilico duemila addetti
3 ottobre 2009 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Sospetti da qualche giorno. Ieri mattina la conferma: il commissariato per l’emergenza rifiuti ha spedito ai vertici di tutti i consorzi di bacino della Campania e all’Asìa la sentenza del Consiglio di Stato che annulla due ordinanze del 2001 con cui furono assunti circa 2200 operai. E, a questo punto, potrebbe scattare per tutti il licenziamento anche se i giudici amministrativi di secondo grado hanno emesso la sentenza su ricorso del solo ex consorzio di Bacino. In pratica la sentenza da «inter partes» (e quindi relativa solamente alle 221 maestranze allocate allora all’ex bacino 1) potrebbe diventare «inter omnes». Una guerra iniziata davanti al Tar della Campania quando i vertici dell’ex consorzio impugnano le ordinanze 22 e 23 del febbraio del 2001 (firmate da Giulio Facchi) con cui «vengono convertiti i rapporti di lavoro subordinato da tempo determinato ad indeterminato» e con cui si decide, da parte del commissariato, «l’assunzione di oltre 550 unità di personale ripartito tra i disoccupati titolari di qualifica di settore». Il Tar annulla le due ordinanze e così il Consiglio di Stato: «Il commissariato di governo si è assunto un potere di super datore di lavoro che non gli competeva», hanno spiegato i giudici amministrativi nella sentenza n. 4739 del marzo 2009. E ieri mattina, via fax, arriva la comunicazione firmata dal vicario del sottosegretario Guido Bertolaso, il generale Mario Morelli, e indirizzato ai vertici dei 10 consorzi di bacino e all’Asìa. Nella missiva, la sentenza dei giudici amministrativi «per le opportune valutazioni e l’eventuale adozione dei provvedimenti di competenza di codesti enti». Un passaggio, interpretato da alcuni direttori, come la possibilità di poter adottare da subito le procedure di messa in uscita nei confronti delle maestranze. Il commissariato poi chiede «entro il 10 ottobre una pianificazione dettagliata dell’utilizzazione, sino al 31 dicembre 2009, del personale interessato dal citato provvedimento giurisdizionale, nell’ambito delle attività poste in essere nel territorio di pertinenza». Di ognuno, cioè, si vuole sapere con certezza il tipo di lavoro che svolgerà sino alla fine dell’anno quando termineranno i poteri straordinari e dovranno essere i comuni a dover incamerare i lavoratori in esubero. Una situazione esplosiva perché sinora, appena una decina di amministrazioni comunali (nonostante le sollecitazioni dei prefetti delle cinque province) hanno risposto favorevolmente alle sollecitazioni. Mentre le Province, che secondo i piani dovranno gestire il ciclo dei rifiuti, hanno fatto sapere ai vertici dei vari consorzi di bacino di essere disposti solamente a entrare in possesso dei siti e degli impianti. Non una parola o un progetto sui lavoratori, da gennaio senza alternative e, soprattutto, senza il commissariato che finora ha garantito per ognuno di loro 2mila euro al mese. Una situazione incandescente e potenzialmente esplosiva come aveva già preannunciato il sottosegretario Guido Bertolaso a luglio, in audizione presso la commissione rifiuti.

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