Dossier Us Navy: «Troppi veleni, Campania a rischio»
«Marinai americani, tranquilli. Voi trascorrete un breve periodo a Napoli, il rischio di tumore legato all’inquinamento, è nella media. Occorrono anni di esposizione alle sostanze che abbiamo trovato nell’aria, nell’acqua e nel suolo della Campania per far aumentare in maniera esponenziale il pericolo di essere aggrediti dal cancro». Il documento diffuso ieri della Us Navy, regala serenità al personale statunitense. Ma apre prospettive raggelanti alle persone che qui sono destinate a vivere tutta una vita. Lo studio, rigoroso e scientifico, è stato realizzato dal centro di salute pubblica della marina americana che si trova a Portsmouth, in Virginia. Il documento prende in considerazione la permanenza media dei militari a Napoli e ridimensione l’indagine a soli tre tipi di tumore che possono svilupparsi in tempi rapidi: la leucemia mielogena acuta, il melanoma maligno e il tumore cutaneo non melanoma. Queste tre tipologie di tumore, spiegano i documenti ufficiali, colpiscono i militari di stanza a Napoli senza particolare aggressività. I dati, insomma, sono nella norma. Sospiro di sollievo per il personale americano, dunque. Ma nello stesso documento è contenuta la chiosa drammatica per i napoletani (e anche per i casertani, visto che lo studio si allarga anche alla zona di Gricignano): «State tranquilli, il tempo che trascorrete qui rende improbabile che voi accumuliate una esposizione alle sostanze chimiche che aumentano il rischio di cancro». Questo significa che, purtroppo, chi trascorre l’intera vita in questa zona, è inevitabilmente esposto a quel rischio. Il documento è stato inviato, come tutti quelli legati alle ricerche sulla salute, agli assessorati regionali di salute e ambiente, e alla Protezione Civile. Fa parte di una serie di studi voluti dal governo Usa per «indagare se l’esposizione a sostanze contaminanti, legate all’inadeguata raccolta, ai roghi incontrollati e allo smaltimento illegale di rifiuti, comporti un aumento d’incidenza di patologie per il personale Us Navy, e le famiglie, che vivono nell’area di Napoli e Caserta».