Ex consorzi, ai duemila precari stipendio sicuro fino a dicembre

Accordo raggiunto a Palazzo Salerno, ipotesi assunzione per chi ha lavorato per tre anni Sui tagli agli organici i sindacati attaccano Ganapini: «Prima il piano industriale»
1 ottobre 2009 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

I duemila lavoratori degli ex consorzi di bacino stabilizzati fino a dicembre. È il punto principale dell’accordo raggiunto tra i sindacati e la struttura del commissariato straordinario al termine di un vertice tenuto ieri mattina a Palazzo Salerno. Un provvedimento-tampone per far fronte alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le due ordinanze commissariali del 2001 con cui i contratti a termine sono stati trasformati a tempo indeterminato. E dopo? Il problema resta, ma si sta studiando una soluzione definitiva che potrebbe passare per l’applicazione della norma inserita nella Finanziaria varata dall’allora governo Prodi, ovvero l’assorbimento definitivo dei lavoratori che abbiano ottenuto contratti a tempo determinato per tre anni consecutivi: i dipendenti degli ex consorzi sono infatti precari dal 2003. Oggi l’avvocato Ettore Figliolia, consigliere giuridico del sottosegretario Guido Bertolaso, si recherà a colloquio dai giudici amministrativi per verificare la percorribilità di questa strada. La vicenda sarà comunque seguita passo dopo passo dai tecnici della struttura commissariale che convocheranno riunioni periodiche con i sindacati. I collaboratori di Bertolaso, inoltre, stanno provvedendo alla raccolta degli elenchi con i nomi di tutti i lavoratori per stilare un organigramma completo e definitivo. «La partita resta aperta - spiega Vincenzo Guidotti, coordinatore delle sigle sindacali - ma nel frattempo ringraziamo il sottosegretario e la sua struttura per la disponibilità dimostrata. L’obiettivo comune è chiarire la situazione una volta per tutte». Non mancano le accuse nei confronti di Walter Ganapini, con cui Guidotti ha avuto ieri uno scontro in diretta a «Radio 24». L’assessore regionale all’Ambiente ha infatti lanciato l’allarme per il futuro occupazionale di tantissime persone (che sarebbero dodicimila secondo quanto risulta agli uffici di Palazzo Santa Lucia sulla base della mappatura tracciata dall’allora commissario Alessandro Pansa). «Prima di parlare di tagli, Ganapini deve dirci qual è il suo piano industriale per la gestione dei rifiuti» tuona il leader del Sindacato azzurro. Le parti sociali chiedono poi «scusa a tutti» per lo striscione con la scritta «W i Casalesi» esposto dai lavoratori durante la protesta di lunedì in piazza del Plebiscito: «Volevamo richiamare l’attenzione delle istituzioni e dei mass-media sulle infiltrazioni camorristiche di alcune ditte che attualmente operano nel settore - conclude Guidotti - e ribadire il nostro “no” alla gestione privata del ciclo di smaltimento in una terra come la Campania, dove imperversano le eco-mafie». Intanto, proprio sul rischio degli esuberi, interviene l’assessore regionale Corrado Gabriele: «Gli allarmismi non servono a nulla - dice - Siamo consapevoli del problema a cui va trovata una soluzione con la collaborazione di tutti, in particolare del governo che invece considera già conclusa l’emergenza rifiuti, senza fare a scaricabarile. La via d’uscita è la raccolta differenziata che può offrire significativi sbocchi occupazionali».

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