Intervista. Ganapini:Non ci sono soldi, a gennaio sarà emergenza sociale

L’assessore all’Ambiente: cerchiamo una soluzione da settimane ma è impensabile riuscire ad assorbire tutti e il governo lo sa
30 settembre 2009 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

WALTER GANAPINI si ferma un attimo, come per prendere più ossigeno, e quasi sibila: «Lo so». Poi un’altra pausa: «E’ terribile» .
Assessore ne è certo? Lei parla di un’emergenza sociale di proporzioni inaudite.
«Sono figlio d’operai e lo sono stato anch’io. Non sono indifferente e stiamo al lavoro da settimane per trovare una soluzione che per ora non c’è. Non ci sono più soldi, non ve ne saranno e il governo ne è già al corrente».
Ci spiega come possa essere possibile.
«In Campania, nel mondo dell’ambiente e dei rifiuti, lavorano almeno 24 mila persone tra ex consorzi, bacini di ex Lsu, corsisti, progetto Isola e operai impegnati nelle bonifiche attraverso le varie partecipate. E se pensiamo che da gennaio con il ciclo ordinar!o, ch è di tipo industriale, si possa dare lavoro a 24 mila persone, ci si sbaglia di grosso. Non ci sono sussidi da Roma e né dall’Unione europea e non possiamo caricare sui rifiuti, come fatto in passato, quest’ emergenza che si proporrà a breve. E avrà dei costi altissimi dal punto di vista sociale».
Quanti lavoratori da gennaio il mercato riuscirà a sostenere?
«Se volessimo applicare l’indice medio delle municipalizzate del Centro- Nord, potremmo parlare di non più di 6 o 7mila addetti. Arriveremo a 9rnila solo perché gli indici della differenziata qui sono più bassi che altrove. Ma oltre questo numero, il sistema non può reggere. Anche perché in Campania c’è un indice di evasione della tassa dei rifiuti che tocca il 60 per cento. Chi paga, allora, questa gente? Aumentiamo le tasse? Occorre essere realistici. lo faccio quel che posso e sto pensando di collocare una parte di queste persone nei parchi o nella gestione dei Regi lagni. Purtroppo saranno in pochissimi».
Un’emergenza di cui nessuno parla.
«lo sono realista, amo questa regione e non ho mai pensato che nascondendo i problemi, si risolvano. Non reggeremo per molto: non ci sono più soldi. Le cito, ad esempio, l’Arpac che viene finanziata per 34 milioni annui dalla Sanità regionale: ad oggi, visto che si è deciso di stabilizzare 250 persone, solo per stipendi del personale si sono già spesi 43 milioni. È chiaro che non potrà reggere più la sua compartecipata: l’Arpac multiservizi. I conti, insomma, sono questi. Pensi che il commissariamento dei rifiuti si chiuderà con un. miliardo di debiti: ci vorrà solo una manovra finanziaria del governo per ripianare questo deficit».
Eppure si continuano a spendere quattrini per far viaggiare i rifiuti: prima in Gemania e ora, per l’umido, in Sicilia. Sono stati spesi 80 milioni di euro negli ultimi 12 mesi perché in Campania non ci sono siti di compostaggio.
«A San Tammaro a dicembre sarà inaugurato un impianto, Quelli di Teora, in Irpinia, e Molinara, nel Sannio, sono stati già collaudati. Poi sarà la volta di Salerno, Capaccio ed Eboli e occorre ripristinare Giffoni: in totale 12 impianti per 220mila tonnellate l’anno ma abbiamo bisogno di 600mila tonnellate se si facesse tutta la differenziata. Ma nel salernitano c’è anche un altro problema: la discarica di Serre è in esaurimento».
Rimane il problema delle ecoballe stipate nei piazzali: sono sei milioni di tonnellateeperoranonc’è soluzione.
«C’è già un accordo per bruciarle nei cementifici campani come già accade in altre regioni e nell’intera Europa. Ma il vero interlocutore è l’Enel: si potrebbero bruciare nelle centrali elettriche al posto del carbone, il potere calorifero è pure più alto».

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