Clan e coperture politiche, ecco i sedici anni di sprechi

I bacini nacquero nel 1993 ora contano 12mila lavoratori
29 settembre 2009 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Hanno provocato una voragine nei conti dell’emergenza rifiuti, sono stati la camera di compensazione tra camorra e politica, hanno assorbito pregiudicati e intere famiglie di malavitosi: per sedici anni i consorzi di bacino hanno provocato continui scandali e inchieste giudiziarie. Prima tra tutte quella sui rapporti tra il Ce4, i fratelli Orsi e i casalesi. Nel ’93 i consorzi nascono come società tra i comuni per la raccolta dei rifiuti. Se ne formano diciotto e assumono 2400 dipendenti che dovrebbero essere addetti alla differenziata. Con l’andare del tempo, però, i compiti si moltiplicano e i dipendenti pure. Ancora oggi nessuno, nemmeno la struttura del sottosegretario Bertolaso, sa con precisione quanti siano. Si parla di una cifra oscillante tra i 10 e i 12 mila. Ma c’è anche chi punta su 14 mila (se si contano anche ex Lsu e corsisti vari). Nel 2001, nel pieno dell’ennesima crisi, l’allora subcommissario Facchi con due successive ordinanze impone ai consorzi di assumere 551 lavoratori, sopratutto ex Lsu, e trasorma circa 2000 contratti da precario a tempo indeterminato. Tutti accettano tranne il Napoli 1 che presenta il ricorso al Tar che sta all’origine dell’ultima sentenza del consiglio di Stato: i dirigenti del consorzio sostengono che nessun ente può decidere le assunzioni di un altro e, sopratutto, che una struttura provvisoria non può far fare assunzioni definitive. Ma non è certo l’unica vertenza, tutt'altro. Tanto che quando alla fine del 2008 il sottosegretario Bertolaso presenta i conti in Parlamento si scopre che i commissariati che si sono succeduti hanno accumulato un buco che supera il miliardo e 200 milioni. 830 milioni restano da pagare (nella migliore delle ipotesi) solo per i contenziosi giudiziari, molti proprio per i famosi consorzi. Le anomalie sono tante. Troppe. Il numero dei dipendenti continua a lievitare grazie a una serie infinita di stratagemmi. Le norme sul passaggio di cantiere, nate per tutelare i lavoratori, diventano uno strumento micidiale. Il manager dei rifiuti pentito, Gaetano Vassallo, racconta ad esempio di aver assunto i fratelli nella propria discarica prima di cederla al commissariato, assicurando così una rendita ai propri cari. Il commissario Catenacci in un’audizione della commissione sul ciclo dei rifiuti guidata dall’onorevole Paolo Russo spiega di non sapere che fine abbiano fatto i camion che erano stati comprati nel Duemila dal commissariato per la modica cifra di 160 miliardi: «Siamo riusciti a creare alcune occasioni di lavoro effettivo, ma se oggi lavorano 500-600 operai è già un miracolo - dice - altri continuano a non fare niente». E quando nel 2008 si insedia il commissario unico per i consorzi di Napoli e Caserta, poi confluiti nel cosiddetto consorzione, è costretto a chiedere allo stato maggiore dell’aeronautica di parcheggiare all’aeroporto di Grazzanise i mezzi per la raccolta dei rifiuti del Ce4 a causa dei continui sabotaggi. E proprio il Ce 4 è stato al centro di tre indagini della magistratura avendo costituito una società con la Florambiente dei fratelli Orsi ritenuti dagli inquirenti vicini ai casalesi. Una vicenda segnata dal sangue di Michele Orsi fatto uccidere da un commando di Setola il primo giugno del 2008

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