Bonifiche, nuova inchiesta sugli appalti
Non ci sono solo codici ritenuti «taroccati» o rifiuti considerati «tombati» nella storia delle bonifiche in Campania. Non solo interventi di riqualificazione sospetti, ma anche un’inchiesta sulla gestione di milioni di euro investiti in Campania per ripulire discariche a cielo aperto. Ed è così che, dopo aver chiesto il processo per i vertici della Jacorossi - società leader in campo ambientale -, emerge un altro profilo investigativo, un’altra inchiesta non ancora formalmente conclusa. Un’inchiesta allo stato tecnicamente aperta: la Procura sta infatti indagando sugli appalti messi in moto nel corso degli anni della grande crisi rifiuti in Campania per bonificare siti e discariche abusive, per ripulire lo scempio che univa senza soluzione di continuità Napoli e Caserta. Un’inchiesta in cui - è bene chiarirlo subito - la questione ambientale c’entra solo come sfondo originale, come scenario su cui puntare i riflettori. A guidare le indagini, questa volta, sono i pm del pool mani pulite, coordinato dall’aggiunto Francesco Greco. Fascicolo affidato al pm Ettore La Ragione, che ha condotto in questi mesi il lavoro della Finanza tra imprese private e, a più riprese, i Palazzi istituzionali della regione. L’obiettivo è fare chiarezza su 180milioni di euro: serviti a sostenere lavoratori socialmente utili, a volte immortalati durante periodi di inattività, ma anche a mettere in moto la macchina delle commesse pubbliche. Ma qual è il target dell’inchiesta? Perché le bonifiche di intere fette di territorio regionale tornano sul tavolo degli investigatori? Tutto da mettere a fuoco, nell’ottica del pm, un meccanismo triangolare: i soldi arrivavano dal «commissariato di governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque della regione Campania» alla Jacorossi, società leader in Europa nel campo della riqualificazione ambientale del territorio; poi, dalla Jacorossi sono stati finanziati interventi da realizzare in subappalto. Ed è quest’ultimo tassello l’oggetto dell’inchiesta sulle bonifiche. Scontato il binario seguito degli investigatori: quali e quante gare sono state effettuate per assegnare commesse in subappalto? Come è stato amministrato il flusso di fondi pubblici diretto sulla galassia di società satellite? Per rispondere a queste domande, la Procura ha delegato un’ampia indagine al pool Tutela della spesa pubblica del colonnello Sandro Barbera. In campo, dunque, gli specialisti del comando provinciale delle fiamme gialle guidato dal generale Giovanni Mainolfi. A più riprese gli investigatori hanno acquisito atti ufficiali sulle cosiddette «transazioni», che hanno regolato in questi anni il rapporto triangolare Commissariato bonifiche-Jacorossi-subappalti. Ma soprattutto, gli inquirenti hanno ascoltato tecnici e funzionari regionali, politici ed amministratori per mettere a fuoco il groviglio di subappalti e transazioni. Sono stati così interrogati - in qualità di persone informate dei fatti - volti noti del panorama politico-amministrativo campano, nel corso di una vicenda che ha subìto - cosa più o meno inevitabile - discovery parziali, per il momento in via incidentale.