Martedì vertice a Napoli con i commissari che dovranno accorpare gli enti del ciclo rifiuti

Termovalorizzatore, mediazione romana

Per la costruzione dell’impianto restano i poteri a De Luca. Romano (Provincia): Bertolaso chiarisca
27 settembre 2009 - Gianni Colucci
Fonte: Il Mattino Salerno

Per martedì 29 settembre sono stati convocati a Napoli da Bertolaso i commissari ad acta che dovranno gestire l’accorpamento dei bacini per lo smaltimento dei rifiuti. Tra essi anche Giovanni Romano, che è deciso ad avere definitivi chiarimenti su come il governo intenderà risolvere il tema «termovalorizzatore di Salerno». Gli scenari si complicano visto che potrebbe esserci l’intervento del governo che potrebbe avocare - affidandola a Bertolaso - la gestione del termovalorizzatore di Salerno. Anzi il perimetro dell’intervento governativo potrebbe spingersi fino a prendere in mano anche la realizzazione dell’opera, espropriando al livello territoriale (sia al Comune che alla Provincia) la parte più sostanziosa e delicata della questione. «L’ultima parola toccherà alla presidenza del Consiglio e all’ufficio di Gianni Letta, da cui escono le ordinanze come quella che ha affidato a Romano oltre che a De Luca la gestione del problema-rifiuti in provincia di Salerno», puntualizzano dall’entourage dell’assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini. Da una parte De Luca con delega commissariale per la realizzazione del termovalorizzatore, dall’altra Romano che dovrà costituire la società unica per il ciclo integrato dei rifiuti. E due commissari per la stessa provincia, anche se con compiti diversi ma che alla fine si intersecano, appaiono troppi. Il «raddoppio» è avvenuto lo scorso 22 settembre, e ora Romano si attende che il Governo faccia seguito alla sua richiesta, firmata in tandem con Cirielli - formalizzata con due lettere inviate a Letta durante l’estate - di azzerare la carica di De Luca. «Intendiamoci, non si tratta di una richiesta riferita al valore della persona - dice Romano - ma soltanto riferita al fatto che il sindaco da 22 mesi non è riuscito a fare nulla in direzione dell’avvio dei lavori». E anche se decidesse di bandire nuovamente la gara, Romano ritiene che otterrebbe il solo risultato di costringere l’impresa esclusa nella prima gara a far ricorso al Tar. Argomenta Romano: «La convocazione a Napoli significa, spero, la volontà di sciogliere il nodo. Dovendo prendere in carico anche i cespiti, bisognerà costruire un piano industriale che va modulato a seconda che il termovalorizzatore sia o meno nella disponibilità della società». E mentre Romano si è messo al lavoro con i suoi omologhi di Avellino e Napoli (anche nelle altre due provincie gli assessori all’Ambiente hanno avuto l’incarico di commissari), punta ora a mettere ordine in un settore estremamente complesso: «Ma abbiamo poco tempo, dobbiamo dimostrare che la Campania è in grado di ritornare all’ordinarietà entro il 31 dicembre». Per ora le differenze di vedute tra palazzo Sant’Agostino e Comune rimangono tutte in piedi. In particolare per quanto riguarda il termovalorizzatore. De Luca lo vuole per la città, Cirielli e Romano a servizio della provincia. Il sindaco parla di ristoro economico di 30 milioni, derivante da un impianto che smaltisca 450 mila tonnellate di rifiuti. Dalla Provincia si mira ad un ristoro economico più contenuto e spalmato anche sui comuni limitrofi al capoluogo (visto che da Sardone, dove sorgerà l’impianto, eventuali effetti negativi dell’impianto raggiungeranno i Picentini e Pontecagnano). Limitato l’intervento dei privati nel progetto Romano-Cirielli; grande partecipazione del partner tecnico secondo De Luca. E mentre il sindaco dice «no all’impianto» se non alle sue condizioni, la Provincia mira a vincolare l’area di Sardone per quella destinazione d’uso.

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