400 carabinieri impegnati

Sequestri di mozzarella in 29 caseifici: si teme che si avvelenata dalla diossina

Martedì il sequestro di 82 allevamenti di bufale nel Casertano
Ben 109 le persone indagate per commercio di prodotti adulterati
20 marzo 2008
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

CASERTA - Prima il sequestro delle bufale, poi quello dei prodotti venduti dai caseifici, sì proprio quelli che servivano a produrre la pasta della deliziosa mozzarella di bufala conosciuta in tutto il mondo. Una maxi operazione con 400 carabinieri del Nucleo Antisofisticazione, del Noe e del comando provinciale di Caserta, Napoli e Avellino con l'aggiunta di prelievi di foraggio e latte prodotto in 82 allevamenti di bufale della provincia di Caserta dove si produce materia prima da conferire nei caseifici per la produzione di mozzarella. Obiettivo del maxi-blitz: controllare se il delizioso formaggio sia stato contaminato dalla diossina. Per questo motivo nell’ipotesi di reato del magistrati della Dda di Napoli nei confronti di 109 persone (produttori e allevatori) configura l’avvelenamento di acqua e sostanze alimentari, il commercio di prodotti adulterati. Un’operazione che era nell’aria, ma che sferra una mazzata tremenda alla produzione di prodotti caseari dell’area casertana-aversana, zona nelle quali il traffico di rifiuti tossici – gestito direttamente dai potenti clan della camorra casalese - ha finito per avvelenare pascoli e acque.
Ora, l’atto finale. L’operazione dell’Arma mira infatti a verificare – nei 29 caseifici visitati (22 in provincia di Caserta, 5 in provincia di Napoli e due ad Avellino) – l’eventuale presenza di diossina nei prodotti in commercio. Un blitz che ha suscitato non poche polemiche, ma la norma prevede che le analisi sui campioni di latte vengano effettuate direttamente nei caseifici e, nel caso che in una partita si riscontri concentrazione di diossina superiore a sei pico-grammi per un grammo di grasso, oltre i parametri previsti dalla norma, si proceda al sequestro preventivo di tutti i fornitori di latte del caseificio. L’intervento di Dda e carabinieri arriva a 48 ore da un sequestro, su larga scala, di allevamenti (82 impianti messi sotto «sigilli») che ha scatenato l’ira dei proprietari di aziende zootecniche che, da lunedì e per 24 ore, hanno bloccato il casello di Capua dell’autostrada A1.
«Bene l’operazione del Noe sugli allevamenti di bufale. Il rigore dei controlli è una garanzia per tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare uno dei prodotti simbolo del made in Italy», dice Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera. «Servono pene esemplari». Ma l’opinione dell’ex leader di Legambiente non sembra trovar proseliti nei politici locali. Giorni fa, l’assessore alla sanità della Regione, Angelo Montemarano, aveva puntato il dito contro giornali e televisioni. «La mozzarella campana è buona, bisogna sconfiggere il terrorismo mediatico che sta colpendo oltre misura la categoria dei produttori», aveva tuonato visitando un caseificio in provincia di Caserta. «La nostra mozzarella è la più buona del mondo», aveva concluso tra gli applausi degli addetti ai lavori.

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