A giudizio i vertici Jacorossi: «Spazzatura tombata»

26 settembre 2009
Fonte: Il Mattino

Pedinati, filmati e intercettati. L’attività dei manager della Iacorossi, ma anche dei rappresentanti delle aziende collegate alla spa, sono state per anni controllate dai carabinieri del Noe, nel corso dell’inchiesta «bonifica felix». I «fir» (formulari identificazione dei rifiuti) sono il cuore dell’inchiesta sulle bonifiche: «I fir sono del tutto falsi, attestano prelievi mai effettuati, per gonfiare i quantitativi e far lievitare la fatturazione». Ma c’è dell’altro nell’inchiesta del pool mani pulite di Napoli: «Per quanto attiene gli impianti Liccarlbloc e Ital ambiente i rifiuti provenienti da e per conto della Iacorossi sono stati smaltiti illecitamente, quindi tombati in scarpate, dove prontamente li attendeva una ruspa per coprire le tracce col terreno vegetale (senza passare per l’impianto di recupero)». Niente cernita, dunque, niente recupero - a leggere le accuse - niente differenziazione. E niente bonifica, secondo un’inchiesta che vede il commissariato per l’emergenza bonifiche come parte offesa. Per anni - secondo l’accusa - inerti, pneumatici, ferro, plastica, legno sarebbero stati trasportati con falsi codici senza il trattamento definito dal contratto. Un’accusa che ora attende la replica delle parti, rappresentate, tra gli altri, dai penalisti Filippo Dinacci, Luigi Tuccillo, Giovanni Battista Vignola, Orazio Cicatelli, Giuseppe Fusco.

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