Ricorso dell’ex Bacino 1: subito a casa 220 persone In bilico altri 1800 contratti impugnabili dopo la decisione

Ex consorzi, scattano duemila licenziamenti

Sentenza del Consiglio di Stato, stop ai contratti. Nel 2001 furono assunti «senza titolo» dal commissariato
26 settembre 2009 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

È l’ultima tegola caduta sulla vecchia gestione commissariale per i rifiuti: sono nulli i contratti di lavoro di duemila lavoratori dei consorzi di bacino assunti per la differenziata. Una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato, perché illegittime, due ordinanze del 2001 firmate dal sub commissario Giulio Facchi che avevano trasformato i contratti di lavoro da determinato ad indeterminato e decretato l’assunzione di 551 persone. «Il sub commissario si è attribuito l’impropria posizione di superdatore di lavoro», scrivono i giudici nella sentenza del 29 luglio (ma le motivazioni sono state rese pubbliche qualche giorno fa). E così scattano subito le procedure di licenziamento. Per ora contro 221 lavoratori del neo nato consorzio unico Caserta-Napoli (perché solo il disciolto bacino di Napoli ha fatto, a suo tempo, ricorso) ma lo stesso procedimento riguarda, in totale, circa duemila lavoratori: sentenza alla mano, ora possono essere mandati tutti a casa. Una situazione esplosiva. Sotto il profilo dell’ordine pubblico, prima di tutto: si temono cortei e disordini nelle prossime settimane a Napoli. L’hanno capito subito anche i vertici di prefettura e del commissariato per i rifiuti. Due giorni fa una riunione a palazzo di governo: da un lato i delegati delle sette sigle sindacali autonome, dall’altra il viceprefetto Antonio Reppucci dell’unità di crisi per i rifiuti. L’unica soluzione prospettata è un’eventuale ordinanza del consiglio dei ministri per garantire gli stipendi sino alla fine dell’anno. Poi più nulla. E lunedì scatta la prima giornata di sciopero dei dipendenti, oggi ubicati nelle varie discariche campane in attività, contro l’ultima decisione dei magistrati. Una guerra iniziata davanti al Tar della Campania quando i vertici dell’ex consorzio di Bacino 1, difesi dall’avvocato Antonio Sasso, impugnano le ordinanze 22 e 23 del febbraio del 2001 con cui «vengono convertiti i rapporti di lavoro subordinato da tempo determinato ad indeterminato» e con cui si decide, da parte del commissariato, «l’assunzione di oltre 550 unità di personale ripartito tra i disoccupati titolari di qualifica di settore». In totale duemila persone assunte a tempo indeterminato da un giorno all’altro. Ma solo il consorzio di Bacino Napoli 1 ricorre contro i 221 operai che gli sono piovuti in organico per fare, tra le altre cose, la raccolta differenziata. Mai decollata in quegli anni quando la Campania non riesce ad andare oltre un misero 8 per cento. «Profili di ordine sociale sarebbero alla base di queste decisioni», scrivono i giudici del Tar che il 24 giugno del 2004, annullano le ordinanze. La parola passa al Consiglio di Stato dove ricorrono il commissariato dei rifiuti, il ministero dell’Interno e la Presidenza del consiglio dei ministri, difesi dall’avvocatura generale dello Stato. Nessun ribaltamento della sentenza di primo grado, anzi, un rafforzamento della decisione presa un lustro prima. Quelle assunzioni in sostanza, scrivono i magistrati, non potevano essere decise dal commissariato anche perché gli oneri economici dei lavoratori, con la gestione ordinaria (da gennaio prossimo), graveranno sui consorzi. «Il commissariato di governo si è assunto un potere di super datore di lavoro che non gli competeva - scrivono ancora i giudici amministrativi di secondo grado che sottolineano come ci sia stata, all’epoca, un’indiretta «imposizione scaturita da un incontro tenutosi in prefettura il 30 gennaio del 2001 a cui erano presenti i sindacati autonomi e non i consorzi». E dopo sette anni quella situazione esplosiva, a suo tempo disinnescata, si ripresenta. Eppure l’allarme di un autunno caldo l’aveva lanciato proprio il capo della Protezione civile Guido Bertolaso: «Conosciamo tutti i lavoratori dei vari ex consorzi oggi ancora pagati da noi che dovrebbero essere assorbiti dalle società provinciali in fase di costituzione. Avellino, Benevento e Salerno hanno avviato le attività, Napoli e Caserta cercano ancora di capire come organizzarsi. Questo nodo - diceva Bertolaso durante un’audizione del 29 luglio in commissione bicamerale per il ciclo dei rifiuti - verrà al pettine in autunno e sarà necessario varare d’intesa con la regione Campania un provvedimento di stabilizzazione di questi lavoratori». Ma i nodi al pettine sono già arrivati.

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