Buco di 20 milioni di euro per l’utilizzo di 95 dipendenti Gisec: cda dimissionario amministratore unico cercasi

Danno all’Erario, denuncia per Facchi

Inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione degli Lsu nell’ex consorzio Acsa, dossier alla Corte dei conti
24 settembre 2009 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Finisce al vaglio della Corte dei conti la vicenda dell’assorbimento e dell’utilizzo nell’ex consorzio Acsa Ce3 di Caserta di svariate decine di lavoratori Lsu impegnati nell’ente consortile sin dal 2000. Ed è chiamato a rispondere - davanti alla magistratura contabile - l’ex subcommissario Giulio Facchi, per altro già coinvolto in un’indagine della Procura di Napoli sui rimborsi facili nella gestione commissariale e attualmente sotto processo, davanti alla quinta sezione penale del tribunale partenopeo, per l’affare Impregilo. Il comando provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, al termine di una complessa indagine condotta dal Nucleo di polizia tributaria, ha segnalato alla magistratura contabile la posizione di Facchi nei confronti del quale sono ipotizzate responsabilità in ordine a un danno all’Erario per un importo superiore a 20 milioni di euro in seguito «dell’impropria gestione dei rapporti di lavoro dei cosiddetti lavoratori socialmente utili (Lsu)». Gli accertamenti della Guardia di Finanza prendono le mosse sin dal 2000 e si sono diramati fino agli ultimi mesi. L’attività, svolta mediante mirati accertamenti sulla documentazione amministrativo-contabile dell’ex consorzio di bacino Acsa Ce 3 (poi commissariato e infine sciolto), ha consentito di accertare il parziale utilizzo di 95 Lsu nell’ambito della realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti predisposto con piano regionale, per superare l’emergenza in Campania iniziata nel’94. Contestata anche la mancata realizzazione delle infrastrutture necessarie per l’impiego dei lavoratori (isole ecologiche, impianti di selezione, di compostaggio), nonché la conseguente impossibilità di inserire gli stessi presso i 23 comuni della Provincia di Caserta aderenti al consorzio Acsa Ce3. «La vigente normativa in materia - spiega una nota della Guardia di Finanza - prevedeva alla data di emanazione del bando di assunzione dei Lsu (1999), e prevede tutt’ora, il cosiddetto «passaggio di cantiere» dei lavoratori già precedentemente assunti. In particolare, tutto il personale delle precedenti imprese che espletavano il servizio di igiene urbana - ivi compresa la raccolta differenziata - aveva il diritto di transitare nell’organico del Consorzio di bacino Ce 3, con la conseguente impossibilità da parte dell’ente consortile di utilizzare propri lavoratori di nuova assunzione (95 lsu»). Con riferimento alle infrastrutture non realizzate, è stato accertato che il subcommissario avrebbe approvato la progettazione di 5 isole ecologiche, a fronte delle 16 pianificate e progettate in forma esecutiva nell’ambito dei 23 comuni consorziati con l’Acsa. In alcuni casi, la progettazione delle restanti infrastrutture da realizzare non risulta neanche esaminata dai competenti uffici della Regione Campania, pur essendo stati corrisposti notevoli importi a tecnici esterni, a fronte di specifici incarichi. Poi, si sa la parabola dell’Acsa come è finita: 130 esuberi e debiti per 45 milioni. Intanto il commissario della Provincia di Caserta, Biagio Giliberti, si sta muovendo a 360 gradi per «rifondare» i vertici della Gisec spa (Gestione impianti e servizi ecologici casertani), la prima società provinciale dei rifiuti in Campania rimasta praticamente acefala dopo le dimissioni del presidente Vincenzo Pepe, seguite da quelle degli altri due componenti del cda, Piergiuseppe Di Nola e Gennaro D’Andria. La società si occuperà della gestione degli impianti e successivamente anche della raccolta, superando così l’organizzazione dei Consorzi con l’adeguamento alle prescrizioni di legge - che fissano al 31 dicembre 2009 il termine ultimo per il ritorno alla gestione ordinaria e provincializzata dei rifiuti - e uscendo dalla fase emergenziale. Da definire anche il ruolo dell’ad della società (potrebbe anche essere scelta l’opzione dell’amministratore unico) alla vigilia di un primo stanziamento di fondi, da parte della Regione, che per la provincia di Caserta sarà di circa 35 milioni di euro.

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