Rischio diossina, sequestrati 82 allevamenti
È come uno spettro che ritorna. Un vero e proprio incubo: la mozzarella alla diossina. Nel 2003 seminò tanto di quel panico da far precipitare il settore lattiero-caseario in una vertiginosa crisi di mercato che costò non meno di 20 milioni di euro, tra indennizzi per i capi abbattuti e attività di controllo dell'Apat. Ora, da poco più di una settimana e a seguito del monitoraggio predisposto dal piano regionale che dallo scorso novembre sta passando al setaccio caseifici e punti vendita della Asl Caserta 2, è riemerso lo stesso pericolo.
Sono 78 gli allevamenti di bufale sequestrati in via preventiva nell'agro aversano e 4 quelli appartenenti all'area della Asl Caserta 1 (tra Marcianise e Pietravairano) perché sospettati di produrre latte con percentuali di diossina superiori ai limiti vigenti. Lino Martone, leader del Siaab, il sindacato degli allevatori bufalini, stima un danno economico «di almeno centomila euro al giorno », senza contare i contraccolpi, per ora imprevedibili, del mercato nazionale e internazionale. Insomma, un settore trainante che improvvisamente rischia di collassare. Rappresentativo di almeno il 15 per cento della economia campana.
Il sequestro preventivo è stato adottato nei confronti di tutti gli allevamenti che conferivano latte ai caseifici nei quali è stato rilevato il prodotto contaminato. «Ma— replicano gli allevatori — non è detto che tutte le nostre bufale producano latte alla diossina». È per questo che vanno avanti tra blocchi e proteste. Ieri, a bordo di un centinaio di trattori, hanno mandato in tilt il traffico tra la Casilina e l'Appia, in prossimità del casello di Capua dell'A1. Gli uomini delle forze dell'ordine, dopo avere tentato più volte di convincere i manifestanti a rimuovere i blocchi, hanno impiegato alcuni carri-gru per spostare i trattori che ostruivano la circolazione in entrata ed in uscita dall'autostrada e sulle due strade statali. I proprietari dei mezzi agricoli sono stati persino multati dalla Polizia. I manifestanti hanno tentato di entrare in autostrada, forzando la rete di recinzione, ma sono stati respinti dagli agenti schierati in atteggiamento antisommossa. I rappresentanti sindacali e gli stessi titolari delle aziende zootecniche oltre a sollecitare interventi di sostegno alla crisi di molte aziende, contestano il sistema di monitoraggio e di distruzione del latte con tasso di diossina superiore ai parametri consentiti. «Nelle condizioni di crisi in cui versa l'economia italiana — ha spiegato il rappresentante sindacale del Siaab — ci permettiamo il lusso di buttare, facendo un calcolo per difetto, centomila chilogrammi al giorno di latte. A questo, si aggiunga la pena degli allevatori, i quali non ricevono alcun aiuto per lo smaltimento del latte, pur costituendo esso un rifiuto speciale. Tante promesse, ma nessuno interviene. Dietro questo dramma della diossina si consumano guerre commerciali con chissà quali scopi. Quasi si volesse far passare l'idea che la diossina è come l'arsenico o il cianuro. Non è così. Occorre assorbire dosi progressive di diossina per una vita intera per subìre, forse, effetti dannosi per la salute».
Ieri, in prefettura a Caserta, è stata ribadita la necessità di accelerare i tempi degli accertamenti sui campioni di latte, in modo da far immediatamente chiarezza e consentire agli allevamenti incontaminati di riprendere normalmente la produzione.
Angelo Agrippa Blocchi stradali Una delle manifestazioni degli allevatori che protestano contro i sequestri.