«Comuni immobili contro i reati ambientali»
Rapporto Ecomafie 2009: i dati relativi all’inquinamento delle acque e dell’atmosfera superano gli illeciti in materia di rifiuti. È quanto registrato da Legambiente su tutto il territorio della provincia di Salerno grazie alle informazioni fornite dall’Osservatorio provinciale Ambiente sulle indagini svolte nel 2008. «Le segnalazioni che giungono al nostro numero verde, 800.438009, sono in calo - rivela il presidente dell’Osservatorio, Benintrezza - comunque ci sono servite a tracciare una mappa del disagio: l’area dell’agro nocerino sarnese è colpita dall’inquinamento derivante dalle industrie; lungo la costa da Sapri a Pontecagnano, preoccupa l’inquinamento marino; in Costiera amalfitana l’abusivismo edilizio». E proprio sull’inquinamento marino punta la sua attenzione l’assessore provinciale all’Ambiente Giovanni Romano, che anticipa i suoi programmi: «Un tavolo blu per difendere il mare e un contratto di fiume per salvaguardare i bacini idrografici: ecco le cose da fare entro il prossimo anno». Più che gli illeciti, però, preoccupa l’immobilismo di enti e amministrazioni a dare risposte alle continue sollecitazioni che ricevono dagli ambientalisti. «E questo è molto grave perché i Comuni, in particolare, sono quelli che nicchiano e non assumono provvedimenti autorizzando, di fatto, gli illeciti di qualsiasi natura siano», commenta il presidente campano di Legambiente, Michele Buonomo. È proprio Buonomo che punta l’indice anche sulla destinazione da dare ai beni confiscati alla camorra. «Parliamo - dice - di 46 immobili e 43 aziende che devono essere destinate ancora ad uso sociale». La maglia nera dell’immobilismo, secondo i dati dell’Osservatorio, va dunque proprio ai Comuni dell’Agro: Sarno, Scafati e Pagani in particolare. A seguire Nocera Inferiore e Nocera Superiore. Pollica, Praiano ed Amalfi, invece, risponderebbero subito alle indicazioni fornite dagli ambientalisti mettendo in moto le pratiche. «La cosa sconcertante - prosegue nella sua analisi Benintrezza - è che anche le forze dell’ordine e gli Enti istituzionali hanno tempi di risposta molto lunghi». Ecco quanto si impiega per dare un segutio alla denuncia degli ambientalisti, così come indicato nel Rapporto: 68 giorni per l’Arpac (assenza di riscontro al 63,3%), 24 per le Asl (assenza riscontro al 77,8%), 45 giorni per la Soprintendenza (assenza di riscontro al 90%). Ma Benintrezza punta l’indice soprattutto contro il parco del Cilento: «Impiegano dieci mesi per evadere una segnalazione». Non mancano, però, alcuni elementi significativi. Secondo le informazione fornite dalle forze dell’ordine, ad esempio, la fotografia che emerge ritrae una provincia in cui i reati stanno diminuendo lievemente: le infrazioni rilevate nel 2008, difatti, sono 1.117 rispetto alle 1.336 dell’anno prima. In diminuzione anche i sequestri: 284 rispetto ai 295 del 2007. Aumentano invece le persone denunciate: 767 nel 2008 contro 759 nel 2007. Analisi della segnalazioni. Al primo posto l’inquinamento atmosferico (25%), delle acque (17,9%), rifiuti e impatto ambientale (10%), abusivismo e amianto (7,1%), dissesto idrogeologico (3,6%). Le aree più esposte. Costiera amalfitana (21,4%), agro nocerino sarnese e costiera cilentana (17,9%), Vallo di Diano e Picentini (14,3%), Salerno (7,1%), Piana del Sele e Valle dell’Irno (3,6%). I beni sequestrati. Su 146 beni tolti alla camorra in tutta la Provincia, 99 sono stati destinati e consegnati, 4 destinati e mai consegnati, 43 sono ancora in gestione al demanio. Sarno, Scafati e Salerno i Comuni dove ci sono il maggior numero di immobili confiscati. 43, invece, le aziende. Di queste 32 sono state destinate e 11 sono ancora in gestione al Demanio. Salerno, Sarno e Angri i territori maggiormente interessati.