Acerra, parte la “fase 3″ ma è polemica sui dati
Il rodaggio del termovalorizzatore di Acerra entra nella “fase tre”. Si chiude domani la seconda tappa di avviamento provvisorio dell´impianto che, ha ribadito più volte nei mesi scorsi la struttura guidata dal sottosegretario Guido Bertolaso, «è una realtà» e sta funzionando in linea con la tabella di marcia fissata in vista della definitiva entrata a regime. Ma sui dati dell´inquinamento rilevati dall´Arpac e consultabili sul sito internet dell´agenzia, è ancora scontro. Nel mese di agosto e in questi primi giorni di settembre alcune delle voci riguardanti la qualità dell´aria nella zona interessata dal termovalorizzatore risultavano “non disponibili”. È il caso di sostanze come Pm 2,5, benzene, toluene, m-xilene, ch4, per le quali peraltro non risulta stabilita dalla legge la soglia di pericolosità. Protesta l´ex presidente della commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano, che a giugno aveva presentato un esposto in Procura chiedendo accertamenti sul funzionamento dell´impianto. «La mancanza di una serie di dati suscita ulteriore inquietudine. Perché in alcuni giorni sono pubblicati e in altri no? Non vorrei – prosegue Sodano – che si decida di non rendere noti sforamenti troppo elevati».
Replica la dottoressa Marinella Vito, dirigente Arpac: «Le centraline sono dotate di sensori per ciascuno dei parametri che si va a monitorare. Questi, generalmente, vengono scaricati in automatico, noi li esaminiamo e ne valutiamo la coerenza con la rete generale. Le centraline sono ad Acerra da marzo, potrebbero essere accaduto che in qualche caso non abbiano funzionato. Ma ci sono anche dati che, pur regolarmente registrati, potranno essere scaricati solo in un secondo momento». I dati rilevati nell´atmosfera di Acerra, afferma la dottoressa Vito, «sono sovrapponibili a quelli del resto della regione con l´unica eccezione della zona industriale, dove forse influiscono circostanze riconducibili a quella specifica area: nelle immediate vicinanze della centralina c´è un continuo passaggio di camion che sollevano delle polveri e lavora un´azienda conserviera. Per questa ragione stiamo pensando di sistemare poco distante una quarta centralina». Già domani Sodano potrebbe chiedere un incontro al procuratore aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore del pool Ecologia della Procura, «per chiedere di essere ascoltato in merito all´esposto depositato tre mesi fa. La legge fissa un tetto di 35 sforamenti all´anno, ma questo limite è stato già abbondantemente superato. So bene che il problema non riguarda solo l´inceneritore. Ma stiamo intervenendo in un territorio già malato, chissà cosa accadrà quando saranno bruciate nell´impianto duemila tonnellate di rifiuti».