Il vicario di Bertolaso: «Stiamo pianificando lo sgombero dei siti priorità alle emergenze»

«Formicoso, il destino nella mani irpine»

Il generale Morelli: fino a dicembre nessuna discarica, poi toccherà decidere ai nuovi gestori del ciclo
13 settembre 2009 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Formicoso «La questione Formicoso non è all’ordine del giorno. Non abbiamo in programma interventi per l’apertura di nuove discariche». Le parole del generale Mario Morelli portano sull’altopiano dell’Irpinia d’Oriente una ventata di fiducia. Il vicario del sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, sgombra il campo dalle paure: «Fino a dicembre, termine della fase commissariale, non metteremo in campo alcuna azione». Dal suo arrivo, il generale Morelli ha avvicinato la struttura alla gente. Accetta senza vincoli di fare un viaggio ideale nella Irpinia dei rifiuti. Dal Formicoso a Pianodardine, fino a Pustarza. «Sul sito di Pero Spaccone ad Andretta - spiega - abbiamo realizzato studi e redatto progetti che lasceremo in eredità. Cederemo il testimone alle costituende società provinciali, consegnando una macchina che funziona. Il futuro dipenderà dalle intenzioni e dalle scelte dei nuovi enti gestori». Nei prossimi giorni la struttura avvierà una serie di confronti con i vertici delle amministrazioni provinciali per una verifica del processo di costituzione delle rispettive società. «Terremo degli incontri - continua il generale Morelli - per conoscere l’iter messo in campo e il grado di realizzazione, ma anche per sciogliere eventuali resistenze e dubbi sulle competenze. Il completamento del percorso entro il 31 dicembre consentirebbe la cessazione dell’attività commissariale». Molto del futuro di Pero Spaccone, dunque, potrebbe dipendere non solo dalla costituzione della società di gestione della provincia di Avellino. Le lacune di altre province, infatti, potrebbero costringere il governo a mantenere una struttura in grado di decidere su scala regionale. Nell’area di Pianodardine, invece, i rifiuti sono una realtà concreta. Qui fu impiantato il Cdr, rinominato Stir (stabilimento di tritovagliatura e imballaggio rifiuti) ma, di fatto, destinato alle medesime precedenti funzioni. Nell’area attigua è stato realizzato un sito di stoccaggio provvisorio. Avrebbe dovuto ospitare ecoballe solo per qualche settimana. «Abbiamo decine di siti provvisori - aggiunge Morelli - sparsi sul territorio regionale, senza dimenticare i capannoni degli Stir in cui sono stoccate tonnellate di frazione organica. Stiamo pianificando lo sgombero, in base alle priorità e alle emergenze, come l’incendio dei giorni scorsi a Coda di Volpe. I rifiuti foderati andranno smaltiti negli inceneritori. In tutta la regione, però, sono abbancate milioni di ecoballe». L’area di Pianodardine ospiterà rifiuti foderati ancora per mesi. Mentre lo Stir continuerà a svolgere la sua attività. «La legge - puntualizza il generale - impone la selezione dei rifiuti prima dell’approdo in discarica. Abbiamo avviato la manutenzione straordinaria degli Stir, durante la quale, oltre alla sostituzione di particolari usurati, miglioriamo la tecnologia di alcune componenti». Nell’arianese, a poche centinaia di metri l’una dall’altra, sono presenti la discarica di Difesa Grande, chiusa e non ancora bonificata, e quella di Pustarza, a Savignano, in piena attività. «L’impianto di Savignano - evidenzia ancora Morelli - è stato, nelle ultime settimane, al centro di polemiche. Personalmente cerco non solo di aprire il minor numero di discariche, ma anche di gestire nel migliore dei modi quelle in attività. Ho chiuso con mia disposizione, prima ancora che l’Arpac ci sottoponesse una serie di prescrizioni, l’impianto di Pustarza, che non veniva gestito con la giusta professionalità. Lo abbiamo riaperto solo dopo l’esecuzione dei lavori richiesti ed il cambio di alcune figure chiave nella gestione. Ho autorizzato lo sversamento dei rifiuti foderati bruciati a Coda di Volpe solo dopo aver ricevuto rassicurazioni dalla stessa Arpac sul loro stato non pericoloso. Al momento, abbiamo dato disposizione per il trasferimento in discarica di circa 300 tonnellate di rifiuti al giorno. In queste condizioni, c’è un’autonomia di un anno e otto mesi. In ogni caso, non andremo mai oltre i valori progettuali, tra le mille e le mille e duecento tonnellate». Un aumento dei conferimenti comporterebbe, però, una riduzione dell’autonomia. «Nell’ipotesi di conferimenti normali - conclude il generale - le cinque discariche di Pustarza, San Tammaro, Terzigno, Sant’Arcangelo Trimonte e Chiaiano ci permettono di avere un’autonomia di circa due anni». Le costituende società provinciali hanno, dunque, tutto il tempo per avviare e definire la programmazione per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti.

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