L’incendio alla Nuova Eco della famiglia Roma: i carabinieri indagano sulle cause ma è giallo

Sequestrato il deposito di ecomafie e veleni

Il rogo a Trentola Ducenta: spariti i rifiuti industriali e il compost stoccati nei capannoni della ex Rfg
13 settembre 2009 - Marilù Musto
Fonte: Il Mattino Caserta

Un vialetto senza asfalto, un cancello di un deposito comune, ma che su un lato ha una telecamera piazzata a vista che riprende i movimenti delle persone che entrano ed escono dal viale. Fuori, nessuna insegna che indica il terreno dove sorge il sito della «Nuova Eco», la società gestita da Daniele D’Alesio, ma di fatto di proprietà di Francesco Roma, il figlio dell’imprenditore dei rifiuti Elio, condannato a sette anni di carcere con rito abbreviato con sentenza confermata in appello. È stato lì, in via IV Novembre, che un incendio dai contorni ancora poco chiari, venerdì pomeriggio, ha distrutto un camion con il quale venivano trasportati rifiuti, una carcassa di auto, involucri di plastica utilizzati in alcuni casi per le serre agricole e ha rischiato, probabilmente, di coinvolgere anche dei fusti di olio. Il sito è stato sequestrato, le indagini sono state avviate per accertare la natura dell’incendio e non si esclude che possa essere doloso. Non si sono sbilanciati, però, i vigili del fuoco di Aversa che ieri hanno consegnato la relazione di servizio in cui si ipotizzava la natura non dolosa dell’incendio, provocato, forse, dal fuoco appiccato ad alcuni sterpi vicini all’azienda e a un impianto di distribuzione del gas. Troppo poco per i carabinieri della stazione di Trentola Ducenta e di Aversa che su tutta la vicenda vogliono vederci chiaro. Soprattutto, vogliono capire dove sarebbero finiti i rifiuti speciali depositati nel sito. Per farlo, dovranno ricostruire la storia della società e quella dei suoi amministratori. Nel luglio scorso era stato arrestato il gestore della «Nuova Eco» per trasporto di rifiuti speciali e non è un caso, probabilmente, che Elio Roma tre anni fosse stato condannato per associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti. Un’indagine nella quale venne ricostruita l’intera catena dello smaltimento della Resit e della Rfg - quest’ultima considerata dagli inquirenti una sorta di scatola vuota - che partiva, stando alle indagini, dai depuratori della Lombardia e finiva nelle campagne di Trentola Ducenta e Villa Literno. Nei terreni coltivati dell’agro aversano, dalle analisi eseguite dagli specialisti, vennero trovate tracce di azoto, zinco, cloro e benzene. L’ipotesi era che i residui di lavorazioni industriali del Nord venissero mescolati ai fanghi dei depuratori degli insediamenti civili. I carabinieri scoprirono che i tempi di lavorazione degli scarti e di trasformazione in compost erano più brevi dei novanta giorni. Dal giorno del sequestro della Rfg sono trascorsi tre anni durante i quali è nata una nuova società, la Nuova Eco, distrutta in parte dalle fiamme di venerdì scorso. Il deposito in via IV Novembre è stato chiuso e per ora la custodia del sito è stata assegnata al proprietario, Francesco Roma.

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