Lamiere, sbarre di ferro, lattine l’antro ripulito dagli archeosub Stretta finale sul progetto per ricollocare copie delle statue

Grotta Azzurra, tra i rifiuti spuntano ancora tesori

Capri: tracce di un altro basamento ritrovate sui fondali
12 settembre 2009 - Anna Maria Boniello
Fonte: Il Mattino

Capri. Lamiere, barre di ferro, tubi e bottiglie di plastica. Prima di lasciare la Grotta Azzurra sub e archeologi impegnati nel terzo giorno di rilievi hanno voluto dare anche un segnale: ripulire il mitico ninfeo dell’imperatore Tiberio. Già, perché prima ancora di posizionare i calchi di statue millenarie bisognerà «riordinare» dove visitatori senza scrupoli hanno sporcato. Bottiglie di plastica e lattine erano addirittura dove ieri è stato scoperto quello che probabilmente era il basamento di un altra statua (la settima a questo punto), forse la più grande. Con i rilievi toponometrici e la pulizia dei fondali, si è chiusa ieri la prima fase dell’intervento avviato da Marevivo in collaborazione con i comuni isolani e la Soprintendenza per i Beni archeologici. Tutto pronto, a questo punto, per mettere mano alla parte operativa del progetto. Una ricostruzione, a distanza di 2000 anni, dell’antro che fu il ninfeo di Tiberio, dove l’imperatore si recava quando viveva nella villa romana sovrastante di Gradola, per la sua meditazione o con gli amici che si dedicavano a riti e baccanali propiziatori. E nel cuore di quest’estate nera, in cui la grotta è stata alla ribalta della cronaca per l’inquinamento, Marevivo ha voluto rilanciare la sfida per riportare il mitico antro all’attenzione della comunità isolana e dell’opinione pubblica mondiale. «Un’operazione - spiega Rosalba Giugni, presidente di Marevivo - che non vuole essere solo un tentativo per parlare della grotta, ma anche di avviare un percorso insieme alla Sovrintendenza e agli amministratori dei due comuni isolani per poter riprendere gli scavi, e secondo le scoperte fatte in questi giorni, recuperare altri reperti o addirittura altre statue dai fondali». A conferma di ciò ieri, a circa 30 metri dall’ingresso, proprio sotto uno degli archi, gli esperti hanno individuato a pelo d’acqua, quasi sul bagnasciuga che conduce nella zona emersa, un altro basamento più grande di quelli già scoperti e che fa ipotizzare che quella fosse la zona più importante dell’intera grotta. Probabilmente potrebbe essere stato la base della statua più importante e significativa per il culto pagano. I rilievi di ieri sono stati eseguiti da esperti archeologi subacquei e topografi, con il supporto di alcune sofisticate apparecchiature elettroniche. Uno studio mirato alla ricostruzione esatta della originaria fisionomia di una delle grotte più conosciute nel mondo intero che sicuramente, grazie a giochi di acqua ed effetti di luce e ornata di tritoni e dei, doveva servire, secondo antichi scritti, a sbalordire gli ospiti che 2000 anni fa arrivavano a Capri per rendere omaggio al grande imperatore. E se andrà in porto il progetto varato da Marevivo, i calchi delle statue originali potrebbero riaffiorare dal mare, proprio come volle Tiberio, e rendere ancora più magica quell’atmosfera che ancora investe il visitatore del terzo Millennio quando, disteso su una barchetta in legno, varca l’angusto ingresso per ritrovarsi poi immerso nella luce azzurra che risplende dallo specchio d’acqua e dalle volte. Al termine della ricognizione che ha visto gli esploratori-detective a caccia di ricordi del passato, purtroppo sui fondali e sullo sperone di roccia nella parte emersa della Grotta Azzurra sono state ritrovate fin troppe tracce dell’uomo moderno. Proprio dove dovrebbero tornare le statue, i subacquei di Marevivo si sono imbattuti in ammassi di lamiere, barre di ferro, tubi e bottiglie di plastica. È stata così avviata una radicale pulizia sia dei fondali che della piccola scogliera che introduce nella cavità naturale della montagna. Anche qui lattine e bottiglie, probabilmente gettati in acqua quando la grotta è ormai priva di turisti e senza nessuna sorveglianza.

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