Sopralluogo dell’Asl sui rischi per la salute Si accelera per la bonifica dei suoli, indagini sull’aria

Fiamme all’Interporto, sequestrata l’area

Marcianise: domato l’incendio alla ex Ecorec. Il rogo scaturito da un’esplosione in una cabina elettrica
8 settembre 2009 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino

Solo nella mattinata di ieri i vigili del fuoco hanno avuto ragione delle fiamme. Ora comincia la conta dei danni (ambientali), lo scontro sulle responsabilità (fra Comune di Marcianise e Interporto) e prosegue il valzer delle ipotesi su uno scempio ambientale che poteva certamente essere evitato. Sono gli interrogativi del giorno dopo, quando ancora l’aria è pervasa dall’odore acre del fumo che per tutta la notte di domenica si è levato dalle colonne di fuoco sviluppatesi all’interno dell’Interporto Sud Europa, tra Marcianise e Maddaloni, in uno dei capannoni dell’ex Ecorec, azienda specializzata nel riciclaggio e nello smaltimento di materiale plastico, gommoso e di pneumatici. Restano soltanto piccoli fumaioli che i vigili del fuoco non hanno ormai difficoltà a controllare. L’area è stata ricoperta da terreno e presto si deciderà come e quando intervenire sul versante bonifica. Intanto vanno avanti le indagini dei carabinieri e della magistratura: ieri l’intera superficie interessata dal rogo (almeno 4 mila metri quadrati) è stata posta sotto sequestro, così come fu fatto, lo scorso maggio, per una zona attigua - sempre ex Ecorec - interessata da un altro incendio. L’ipotesi dolosa resta per ora quella più accreditata in considerazione di almeno due elementi importanti emersi dai primi accertamenti: l’incendio sarebbe stato originato da uno scoppio di un trasformatore di una cabina dell’energia (un sabotaggio?); l’episodio è avvenuto (guarda caso) in una giornata di vento forte. Insomma, quanto basta per suggerire all’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini un’amara considerazione: «Negli ultimi giorni, in Campania - ragiona - è stato appiccato il fuoco a numerosi siti industriali, in buona parte dismessi. Tali incendi costituiscono una delle più gravi aggressioni che mani criminali possano perpetrare all’ambiente. Nel caso dell’incendio sviluppatosi a Marcianise, addirittura pare che il fuoco sia stato innescato causando una esplosione in una cabina di trasformazione elettrica: ciò significa che oltre ai pericolosi composti chimici generati dalla combustione incontrollata di plastiche (tra cui diossine), è probabile che i fumi abbiano portato sui campi e tra le case anche Pcb (policlorobifenile), composto tra i più tossici oggi noti, presente nelle cabine di trasformazione come olio dielettrico. Crimini di questa natura - ha assicurato Ganapini - non sono più tollerabili: chiederemo al governo un ulteriore rafforzamento degli organici dei corpi dello Stato competenti in materia ambientale ed eserciteremo i poteri sostitutivi verso quelle Province che non abbiano avviato la creazione delle Guardie ambientali volontarie, come previsto dalle vigenti leggi regionali». Ieri i primi sopralluoghi dell’Arpac e dell’Asl con i tecnici accompagnati sul luogo del disastro dal sindaco di Marcianise Antonio Tartaglione: eseguiti i primi rilievi, su input della stessa Regione, verranno anche velocizzati i tempi per la bonifica e la messa in sicurezza. E proprio sulla sicurezza il leader regionale di Legambiente Michele Buonomo ricorda come «soprattutto fra Napoli e Caserta siano numerosi i siti industriali dismessi che rappresentano, insieme alle aree di stoccaggio illegale di sostanze tossiche, un elevato rischio per l’ambiente».

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