Eternit e scorie industriali in fiamme
Come una città in guerra dopo i bombardamenti. L’accostamento non è di quelli azzardati dopo che Casaluce, da lunedì sera fino a ieri pomeriggio, è stata avvolta da una nube di fumi neri che hanno reso l’aria irrespirabile. A bruciare, ancora una volta, i rifiuti abbandonati nella striscia di confine con Frignano: montagne di pneumatici, ingombranti, inerti, eternit, materiali di risulta delle attività tessile e conciaria, fanghi industriali. Per sedare l’incendio i vigili del fuoco di Aversa, da mesi costretti a intervenire sul posto quasi tutti i giorni, hanno impiegato diverse ore di lavoro. E, nonostante la «lotta» intrapresa contro le fiamme, ieri i fumi nauseabondi hanno continuato a infestare l’aria. Il quartiere Aprano, situato a pochi metri dal degrado, ma anche la zona di via Lemitone e quella del rione Dante, in prossimità del municipio e di due scuole, oltre che della guardia medica, sono stati colpiti in modo rilevante. Centinaia di famiglie, nonostante il caldo afoso, sono state costrette a tenere le finestre chiuse e percorrere le strade, sprovvisti di mascherina, è stata la prova di qualche coraggioso. Un dramma, quello vissuto all’inizio di questa settimana, che ha gettato nello sconforto i cittadini, ormai esasperati. «Non cambia mai niente - si sfoga una giovane mamma di Corso Umberto I - i nostri bambini sono costretti a giocare tra rifiuti e fumi neri». Un quadro desolante legato al fatto che il controllo di pochi chilometri, scelti dai criminali dell’ambiente e soprattutto dai circuiti ecomafiosi, è praticamente inesistente. Paradossale, eppure negli stessi punti, da anni, in maniera sistematica, viene consentito lo sversamento di rifiuti di ogni genere, spesso di provenienza aziendale, senza che nessuno alzi un dito. Sequestri dell’area contaminata non sono mai avvenuti. L’Arpac (l’agenzia regionale di protezione ambientale) ha effettuato la caratterizzazione finalizzata a una bonifica che, però, resta ancora una chimera; intanto, le indagini satellitari svolte dal Noe hanno messo in evidenza un preoccupante inquinamento del sottosuolo. La situazione precipita, ma l’inerzia delle istituzioni continua ad avere il sopravvento. Il sindaco di Frignano, Lucio Santarpia, che gestisce la parte di terreno su cui si sviluppano gli incendi che poi infestano il territorio casalucese, si limita a parlare di «impotenza e soluzione non alla portata del Comune». La nuova amministrazione comunale di Casaluce, invece, guidata da Nazzaro Pagano, punta il dito contro i vicini di casa, sottolineando che sul territorio di competenza i primi interventi di rimozione dei rifiuti sono stati effettuati, mentre quel che manca è la collaborazione dei frignanesi. Che Casaluce sia più pulito, è innegabile, ma la strada è ancora in salita e la Terra dei fuochi non resta solo problema di Frignano.