L’allarme da Ischia: fogne inadeguate
Ischia. Il ritorno degli untori. Un altro tassello nero nel puzzle di un'estate senza pace. «Non è arrivata, in municipio, alcuna informativa ufficiale. Non c'è un documento che mi consenta ora di valutare l'adozione di provvedimenti a carico degli operatori finiti sotto accusa. L'attenzione resta comunque altissima». Il sindaco di Forio, Franco Regine, per la vicenda dell'albergo scoperto - dopo la denuncia di un gruppo di diportisti - a sversare liquami lungo la falesia di sudovest, dunque direttamente in mare tra la baia di Sorgeto e la costa di Sant'Angelo, non molla la presa. Ma c'è un iter da rispettare. Non crede a misure forse draconiane, resta cauto. Anche se ciò che pensa non lo manda a dire, e apre una finestra dalla quale entrano venti di tempesta e polemica. Attaccando le istituzioni «che trascurano Ischia». Dopo l'intervento della capitaneria di porto, che lunedì ha denunciato il legale rappresentante del «Castiglione Village spa», e sequestrato le vasche di raccolta e le pompe di sollevamento dei liquidi fognari all'interno della struttura ricettiva per smaltimento illecito, Regine intende «vederci chiaro», su questa «storia che ha fornito un appiglio all'ennesima campagna mediatica negativa». È orientato a ordinare una ricognizione del lungo vallone che, dalle colline del Ciglio, su un alto, nel Comune di Serrara Fontana, accoglie le acque piovane. E chissà cos'altro. Intorno, ci sono numerose aziende. È solo un'ipotesi. È una tesi liberatoria, invece, per l'avvocato Giancarlo Di Meglio, difensore degli imprenditori finiti nel mirino. Questi, ad ogni modo, ribadiscono che si è trattato di «un incidente», di un effetto del blackout che ha messo fuori uso il trattamento degli scarichi. Regine, che si sente «accerchiato dalle emergenze», alza però il tiro. «Il vero nodo è che l'isola non è difesa adeguatamente, in termini di servizi e risorse, e con l'attenzione che merita, dalle istituzioni nazionali e regionali. Le isole sono sistemi fragilissimi, basti pensare alla depurazione delle acque, a rifiuti, trasporti, servizio sanitario. Ischia vanta il 30 per cento del pil turistico dell'intera Campania, con una leadership indiscutibile, ma avverte una scarsa propensione delle autorità a considerarne l'importanza, nonostante le richieste continue. Non abbiamo risposte, e gli esempi non mancano». È il caso dei depuratori isolani. Ne erano previsti tre. Uno solo è stato finanziato. Per Forio c'è un progetto cantierabile, approvato dalle commissioni ad hoc. Costa 26 milioni di euro. Dovrebbe essere ubicato alla radice del molo di sottoflutto del porto. Il Commissariato di governo per l'emergenza idrogeologica non ha i fondi necessari. Ma i sindaci non demordono. Per venerdì è convocato un summit al Comune di Ischia. Rilanciano l'appello al ministero dell'Ambiente, per il piano di ristrutturazione delle condotte fognarie. «Il mare - dice Regine - è una risorsa cruciale. Da soli non possiamo arginare gli attacchi che subisce».