Ischia come Capri, liquami sversati a mare
Dalle vasche di contenimento della struttura alberghiera gli scarichi fognari finivano direttamente nel mare di Sant’Angelo, attraverso una condotta pluviale. Da Capri a Ischia, dalla Grotta Azzurra alla costa di Forio, ecco un altro schiaffo all’ambiente e al turismo nelle isole del Golfo, ultimo colpo di coda di un’estate nera come i liquami maleodoranti sversati in mare. Rispetto al caso della Grotta Azzurra, se possibile, la vicenda è ancora più imbarazzante. Allora nei guai finirono due operai di una ditta di espurghi, stavolta per illecito smaltimento di liquami fognari e violazione delle norme ambientali e paesaggistiche è stato denunciato il rappresentante legale dell’hotel «Castiglione Village spa», Giovanni Castiglione. La guardia costiera ha trovato all’interno delle vasche che accoglievano le acque reflue dell’hotel, che si trova a cinquecento metri dalla baia di Sorgeto, una pompa semisommersa collegata a un tubo di quaranta metri, che immetteva i liquami nell’alveo di deflusso delle acque meteoriche, che al termine finivano sversate in mare. Tutto è nato dalle numerose segnalazioni arrivate tra venerdì e sabato alla Capitaneria di porto, da parte dei diportisti che avevano ormeggiato tra Punta Chiarito e Cava Grado, specchio d’acqua compreso tra Forio e Serrara Fontana. «Venite - dicevano - qui l’acqua è torbida e puzzolente». Domenica la guardia costiera, insieme agli uomini dell’Arpac, l’agenzia di protezione ambientale regionale, ha constatato che i diportisti dicevano la verità. Il comandante della capitaneria di Ischia, tenente di vascello Francesco Scala - appena subentrato a Gabriele Bonaguidi - spiega: «C’erano molti litri di liquami in mare. Dalla roccia del mare scorreva un rivolo, i nostri uomini hanno avuto non pochi problemi a individuare la canalizzazione, seguendola fino alla condotta. Dalla condotta usciva una copiosa quantità di liquido, torbido e dall’odore caratteristico di scarico fecale». L’Arpac effettuava i prelievi, il pm di turno in Procura, Fabrizia Bavani, disponeva il sequestro delle vasche, della tubatura e delle apparecchiature di comando delle pompe di sollevamento. La struttura, spiega la capitaneria, «è in possesso di nulla osta che autorizza al contenimento dei liquami fognari provenienti dall’albergo in vasca a tenuta stagna». Perché una pompa in una vasca a tenuta stagna? Il titolare dell’hotel spiega: «La pompa - dice Castiglione - è autorizzata dall’Ato e solleva i liquami dall’ultima delle cinque vasche al camion degli espurghi, per la conformazione della struttura che non consente al mezzo di scendere. Per colpa dei blackout, che durano da tre settimane, a volte non funziona. L’ultima vasca dell’impianto era piena e i liquami sono usciti». Perché il guasto non è stato segnalato tempestivamente alle autorità? È l’obiezione di chi indaga sull’accaduto. L’avvocato Giancarlo Di Meglio, che difende Castiglione, aggiunge: «Come si fa a dire che la pompa sollevava liquami, se l’impianto era fermo? Mi dicono che, anche dopo il sequestro, gli scarichi continuano. Mi auguro che i controlli su quello che finisce nella pluviale siano estesi ad almeno altri venti alberghi, tra Succhivo e Serrara Fontana». Durissimo il sindaco di Forio, Franco Regine: «Vogliamo prendere provvedimenti che siano di esempio, per chi pensa che il mare sia una pattumiera. Valuteremo in base al rapporto della guardia costiera, ma il rischio di chiusura dell’albergo c’è. Ne va dell’immagine di tutta l’isola». E intanto il presidente di Federalberghi, Ermando Mennella, non esclude una costituzione di parte civile dell’associazione nell’eventuale procedimento penale.