L’operazione dei carabinieri contro gli attacchi all’ambiente Sul terreno quintali di rifiuti una parte era stata incendiata

Capri, l’ultimo abuso: sequestrata discarica

Elettrodomestici, ferro, vecchi macchinari a pochi passi dalla Piazzetta: denunciata una settantenne

30 agosto 2009 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

Capri. Ringhiere, vecchi frigoriferi, tubi di ferro arrugginiti, ma non solo. Sul terreno, a poche decine di metri dagli eleganti giardini delle ville di Capri, c’erano anche pannelli di legno, grossi macchinari meccanici di ferro ed altro materiale di risulta. Una discarica a cielo aperto a pochi passi dalla famosissima Piazzetta. I rifiuti. Questa volta il mare non c’entra. L’ultima scoperta dei carabinieri, impegnati nella lotta all’inquinamento ambientale, riguarda non il centro di Capri. È stato grazie a un controllo eseguito dai militari della motovedetta - guidati dal maresciallo Sebastiano D’Aleo - che si è riusciti a scoprire l’ultimo scempio: il fondo di proprietà di una caprese di 70 anni, pensionata, che si trova in via Acquaviva era diventato uno sversatoio. Ovviamente privo di ogni autorizzazione. Tra i quintali di materiale abbandonato, parte del quale nascosto sotto teli di plastica, c’erano persino un televisore a tubo catodico, un monitor per computer, parti di apparecchiature informatiche e di elettrodomestici oltre a materiale parzialmente consumato dal fuoco. Il terreno è stato sottoposto a sequestro e la proprietaria denunciata per deturpamento di beni sottoposti a vincolo ambientale. L’abuso edilizio. Sempre in via Acquaviva gli stessi carabinieri avevano denunciato poco prima un geometra 39enne che nelle pertinenze della sua abitazione aveva realizzato un manufatto edile interrato di circa 20 metri quadrati in fase di completamento. Particolare di non poco conto: l’uomo è componente della commissione edilizia del Comune di Capri. Dagli accertamenti risulta che nelle pertinenze della sua abitazione aveva realizzato un seminterrato in fase di completamento che comprendeva anche un terrazzamento di circa 50 metri. costituito da materiale di risulta (il cui valore complessivo è stato stimato in 500mila euro). Anche in questo caso i lavori erano stati realizzati senza alcuna licenza; e anche in questo caso - come anticipato ieri dal «Mattino» è scattato il sequestro. Gli scarichi. Proseguono intanto le indagini sugli episodi che hanno determinato l’apertura di un’inchiesta della Procura di Napoli sugli scarichi inquinanti nel mare di Capri e di Anacapri. L’inchiesta è condotta dal pm Federico Bisceglia, della sezione Ecologia. Presto potrebbero scattare nuovi controlli e verifiche su alcuni stabilimenti balneari, ma anche su alcuni alberghi per verificare il sistema di collegamento alla rete fognaria e quello degli scarichi in mare. Il processo. Intanto l’8 settembre riprenderà il processo a carico dei due operai della ditta «Ecology srl» di Castellammare di Stabia: vennero arrestati dai carabinieri di Anacapri la notte del 16 agosto mentre - secondo l’accusa - scaricavano in mare, proprio al di sopra della Grotta azzurra, liquami fognari poco prima prelevati da un noto ristorante della zona.

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