Dopo mesi di trattative e confronti sull’inquinamento dell’acqua, arriva la svolta Cristiano: vicenda paradossale

L’Us-Navy ha deciso: via da Casale

Disdetti tutti i contratti di locazione, i militari avviano il trasferimento
29 agosto 2009 - Tina Cioffo
Fonte: Il Mattino Caserta

TINA CIOFFO «Gli americani non torneranno più a Casal di Principe, almeno non per il momento. Chi poi, ancora ci abita, si trasferirà presto in un altro paese». A sentirselo dire con certezza ieri mattina, dai tecnici della Us Navy di Gricignano, sono stati i proprietari delle case occupate dai militari. «Siamo stati convocati - racconta uno dei proprietari che per anni ha dato in affitto la sua villa - per mettere evidentemente un punto fermo in tutta questa faccenda». «Un punto che non lascia più dubbi di sorta e se è questa la decisione, è inutile che ci facciano perdere del tempo prezioso», ha detto il sindaco Cipriano Cristiano. «Sembra di assistere - continua Cristiano - a un gioco dei paradossi. Uno scherzo che è decisamente diventato di cattivo gusto. In tutto questo baillame i casalesi sono rimasti strattonati e respinti. Quando - ricorda - a novembre scorso ci furono i primi trasferimenti per l’ipotetico inquinamento dell’acqua, abbiamo fatto il possibile per rassicurarli in ogni modo. Eravamo disposti ad accoglierli, ma ora, dopo l’ennesimo passo in avanti che non va certo verso il ritorno a Casal di Principe, dopo le decine e decine di telefonate che ricevo tutti i giorni dai miei concittadini, indubbiamente preoccupati, siamo noi a dire basta». E annuncia: «Andremo avanti con il nostro monitoraggio così come avevamo deciso. Il ritorno degli americani che pure avevamo chiesto diventa l’ultimo dei nostri pensieri. Abbiamo ora la responsabilità di andare fino in fondo, di tranquillizzare con dati alla mano tutti i casalesi sulla salubrità dell’acqua e del suolo. L’allarmismo e il terrorismo psicologico fatti a danno del mio paese sono andati oltre il limite». Le analisi del dipartimento di medicina e prevenzione della Federico II di Napoli partiranno già a settembre. Da chiarire è anche se quell’acqua dei pozzi che gli americani hanno definito inquinata e contenente tetracloroetilene, una sostanza chimica altamente tossica, possa in qualche maniera aver danneggiato la falda acquifera o essere entrata in contatto con il cibo che si mette a tavola. Insomma, che uso si è fatto in tutti questi anni di quell’acqua dei pozzi? È servita per innaffiare piante e campi coltivati? Se così fosse, il danno sarebbe più alto di un semplice fitto mancato. Per il primo cittadino «l’eventualità che la falda possa essere stata inquinata da quei pozzi abusivi è totalmente nulla. D’altronde - aggiunge Cristiano - se le indagini degli americani dovessero rispondere al vero, ad evacuare dovremmo essere tutti e di fianco alla ricostruzione dell’Abruzzo dovrebbe essere messa in agenda anche quella di una nuova Casal di Principe».

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