Inceneritore, operai licenziati in bilico sul Maschio Angioino

La protesta tra i turisti, interviene la prefettura


29 agosto 2009 - Enrica Procaccini, Pino Neri
Fonte: Il Mattino

Minacciano per quattro ore di lanciarsi nel vuoto da una torre del Maschio Angioino. È la protesta, ieri mattina, di quattro operai, ex dipendenti della Elettra Energia, l’azienda che gestisce temporaneamente il termovalorizzatore di Acerra. «L’abbiamo costruito noi l’impianto - dicono - e ora ci cacciano via. La A2A (la Spa che subentrerà nella gestione, ndr) sta assumendo dei giovani con contratto di formazione. Per noi, operai specializzati e padri di famiglia, nessuna garanzia». In piazza Municipio arrivano in gruppo. Sono una dozzina. Quattro di loro pagano il biglietto d’ingresso, entrano e salgono in cima alla torre centrale. «Oggi minacciano di uccidersi loro, domani noi», urla un collega rimasto giù. «I sindacati latitano», denuncia un altro. «Il primo agosto mi sono recato al lavoro come tutte le mattine alle 7 - racconta Vincenzo: i militari mi hanno chiesto il tesserino, me lo hanno tagliato con le forbici e mi hanno consegnato la lettera di licenziamento». Le ore passano, il sole scotta. «Al Colosseo pure la torta gelato hanno portato a chi protestava, qui neanche una bottiglia d’acqua». La polizia sale su e ridiscende con uno degli operai. Nessuna violenza, assicurano gli agenti. Luigi, 38 anni e 4 figli, fino al 31 agosto vice capoturno dell’impianto di Acerra, trema e mostra i polsi arrossati. «Che vergogna le manette, manco fossi un criminale». Arriva il padre di uno degli operai appollaiati sull’arco di trionfo. «Salvato’, stai calmo», dice al cellulare al figlio che piange. Arriva anche il sindacalista della Fiom che ottiene l’incontro in prefettura. Tutti giù. Si va a piazza del Plebiscito. La prefettura assicura che si attiverà per organizzare un incontro con Bertolaso e la direzione della A2A. Gli operai protagonisti della clamorosa protesta al Maschio Angioino fanno parte di un gruppo di circa trenta metalmeccanici licenziati il 31 luglio dalla società piemontese Elettra, l’azienda che si sta occupando delle operazioni d’avvio del termovalorizzatore. L’attività dell’Elettra è, comunque, a tempo determinato. L’impresa novarese, infatti, come prestabilito, dovrà operare fino alla fine di settembre, quando le subentrerà definitivamente, con propri uomini e mezzi, l’A2A, l’azienda controllata dai comuni di Milano e Brescia. A quel punto saranno costretti ad andare via anche gli altri trenta dipendenti della Elettra rimasti temporaneamente a lavorare nel termovalorizzatore. Intanto a protestare sono dieci operai metalmeccanici napoletani che hanno lavorato fino a luglio con la Elettra. I venti colleghi licenziati insieme con loro, tutti trasfertisti provenienti da altre regioni, hanno invece deciso di fare ritorno a casa. Dall’11 agosto questi lavoratori sono in sciopero della fame e stanno presidiando un’area ubicata a circa cento metri dall’ingresso del termovalorizzatore. E qui l’altro giorno hanno anche montato una tenda.

Powered by PhPeace 2.6.4