Indagine sullo smaltimento degli oli nel porto turistico Nelle prossime ore attesi provvedimenti di sequestro

L’inchiesta non si ferma: sospetti sui lidi

Grotta Azzurra, la Procura vuole chiarire le cause dei malori. Sotto accusa lo scarico delle piscine
29 agosto 2009 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino

L’acqua della Grotta Azzurra è tornata pulita e i barcaioli possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Gli episodi che nei giorni scorsi hanno scritto una delle pagine più nere per Capri e Anacapri sembrano finalmente solo un brutto ricordo che si cerca di dimenticare. Ma se si può cercare di rimuovere un incubo, lo stesso non accade per le indagini della magistratura. L’inchiesta sulla misteriosa macchia opaca comparsa martedì mattina all’interno della Grotta Azzurra va avanti. E sembra essere giunta ad una svolta. Dal fitto riserbo degli investigatori filtra una indiscrezione: i carabinieri avrebbero acquisito elementi a carico di alcuni lidi balneari che si trovano ad Anacapri, non lontano dalla stessa Grotta. L’ipotesi accusatoria è che a determinare il malore agli undici barcaioli sarebbero state alcune sostanze chimiche (di quelle comunemente usate per la detersione e disinfezione delle acque delle piscine) che per motivi ancora da chiarire sarebbero finite in mare. Nelle prossime ore gli investigatori potrebbero interessare il Comune di Anacapri (e più specificamente gli agenti della polizia municipale) per verificare lo stato dei luoghi, ma anche per notificare un provvedimento di sequestro relativamente alla zona incriminata. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Napoli: al lavoro, oltre al procuratore aggiunto Aldo De Chiara, coordinatore della sezione Ecologia, il sostituto Federico Bisceglia, al quale è stata conferita una delega a procedere nell’inchiesta sulle presunte fonti di inquinamento nell’isola azzurra. Si dice tranquillo Ciro Perrella, operatore turistico e titolare del Club Nettuno, uno degli stabilimenti balneari interessati due giorni fa dai controlli dei carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico). «L’acqua del mare è tornata pulita - spiega - e l’allarme è definitivamente rientrato. Certo, resta il rammarico per tutto quello che è successo ad agosto: episodi che hanno sovraesposto l’isola e la sua immagine in Italia e nel mondo». «Insieme con gli altri imprenditori di Anacapri - prosegue Perrella - stiamo compiendo una serie di sforzi per migliorare la situazione, con l’obiettivo di creare un vero e proprio polo di attrazione turistica per la Grotta azzurra». A pochi passi dal «Nettuno» si trovano il ristorante «Il riccio» (al quale si può arrivare anche via mare) e un altro stabilimento balneare, quello di Gradola. Ma l’indagine del pm Bisceglia non si limita alla sola Grotta azzurra. Prosegue in queste ore anche l’esame dei documenti acquisiti dai militari del Nucleo operativo ecologico presso alcuni ristoranti e all’interno del porto turistico di Capri. E proprio dal porto turistico potrebbero giungere altre novità: si sta verificando la regolarità dello smaltimento dei liquidi esausti e da batteria. Intanto si attende l’8 settembre, quando in Tribunale riprenderà il processo a carico dei due operai della ditta incaricata di eseguire gli espurghi nel Comune di Anacapri. I due, secondo l’accusa, avrebbero tentato di disfarsi di un carico di liquami da poco prelevati sversandoli nelle acque del mare. Proprio all’esterno della Grotta Azzurra.

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