Russo: revocare le licenze alle aziende che inquinano Si infiamma il confronto sulle proposte anti-sfregi

«Chi vuole bene all’isola non può tacere»

Montezemolo: un peccato ciò che avviene. Il procuratore Lepore alla Prestigiacomo: dei clan non c’è traccia
27 agosto 2009 - f.v.
Fonte: Il Mattino

«Per amore di Capri non si può tacere». Il tono dispiaciuto, l’amarezza in ogni frase. Luca Cordero di Montezemolo è da 40 anni che ha fatto dell’Isola azzurra la sua patria d’elezione. Il presidente della Fiat si rifugia nell’isola appena gli impegni glielo consentono. «Chi vuole bene a questa isola come le voglio io da quarant'anni - ripete - da un lato deve essere dispiaciuto molto, dall'altro però non può nemmeno tacere, perchè è un grande peccato tutto quello che sta avvenendo». Dall’amarezza al futuro, alla speranza. «Bisogna affrontare i problemi in modo serio - riprende Montezemolo - guardando avanti, perchè non si può vivere solo di bellezze, ma bisogna valorizzarle in un modo o nell'altro. Speriamo che questo avvenga». È la prima di una lunga serie di reazioni il giorno dopo la notizia della Grotta Azzurra chiusa, della schiuma e dei gas che hanno fatto sentire male i battellieri, dell’accesso sbarrato per i turisti. Tanto che il ministro Stefania Prestigiacomo ha annunciato la costituzione di parte civile del governo nel processo contro chi ha deturpato l’isola. Il tutto nel giorno dell’avvio del processo ai due operai sorpresi a scaricare liquami in un canalone sopra la Grotta Azzurra, a una settimana dall’arresto di un anziano ristoratore che sversava vetri in mare. Un annuncio ma anche un allarme dalla Prestigiacomo: «Scenario inquietante, con business appetibili per la criminalità. La magistraura faccia chiarezza». Non si è fatta attendere la risposta del procuratore Giovandomenico Lepore. «Non c’è alcun elemento che possa far pensare, allo stato - sostiene in una nota il procuratore - a una presenza della camorra dietro gli ultimi episodi sull'isola. Per ora, mi sembra un giudizio azzardato e prematuro tirare in ballo la camorra - aggiunge Lepore - anche perchè finora non abbiamo segnali della presenza della criminalità organizzata. Ricordo che le indagini sull'inquinamento della Grotta Azzurra sono scaturite da rapporti della Capitaneria di Porto e non da noi - continua Lepore - e se ci fosse stato sentore della presenza di criminalità organizzata le indagini sarebbero state passate alla Dda, mentre continuano a essere di competenza della nostra sezione ambientale. Naturalmente - conclude - se emergessero elementi sulla presenza della camorra agiremmo di conseguenza. C’è l'abitudine di tirare in ballo la camorra ogni volta che succede qualcosa a Napoli, ma lo si fa anche a sproposito». «L'intervento della Prestigiacomo - commenta il coordinatore vicario napoletano del Pdl, Maurizio Iapicca - mi sembra quantomai opportuno e sensato, ma non deve restare un evento isolato. Non solo l'isola di Capri infatti è stata vittima di gravissimi reati ambientali ma tutto il Golfo di Napoli, a partire dall'episodio del depuratore di Cuma. Il governo quindi dovrà costituirsi parte civile anche in questi altri casi». «Sono certo - dichiara il deputato del Pdl Paolo Russo - che il Comune e la Regione, nell'ambito delle rispettive competenze, alla luce dei risultati del processo revocheranno le concessioni all’azienda che sversava liquami dei pozzi neri in mare. Vanno bene i procedimenti penali, ma - prosegue il deputato - occorre intervenire sulle concessioni, sulle autorizzazioni incidendo sul valore e sulle attività aziendali». «Dobbiamo salvare Capri e Ischia dai devastatori - dice Carlo Ceparano, presidente provinciale dei Verdi - accogliamo le proposte del ministro all'Ambiente Prestigiacomo sulla tolleranza zero e invitiamo tutte le pubbliche amministrazioni a costituirsi parte civile contro gli inquinatori».

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