Il pm antinquinamento: ora pugno duro dei Comuni

De Chiara: rischio camorra, un’ipotesi legittima
27 agosto 2009 - Francesco Vastarella
Fonte: Il Mattino

«In astratto tutto è possibile. Al momento non vi è alcun fatto concreto, però, su infiltrazioni o interessi di clan a Capri». Aldo De Chiara, procuratore aggiunto e coordinatore della sezione reati ambientali, è da poco tornato da Capri e sta ragionando su sensazioni, dati e relazioni che ha avuto durante la breve visita nell’isola. De Chiara ragiona anche sulle parole del ministro Prestigiacomo, «lo scenario inquietante e la mancanza di infrastrutture che può prestarsi a infiltrazioni».
Che pensa?
«Quella della criminalità è una ipotesi sempre legittima perché la camorra è un grosso centro di potere e potrebbe inserirsi in un qualsiasi contesto. Tuttavia condivido e ribadisco la posizione del procuratore Giovandomenico Lepore: al momento non esiste alcun elemento che ci possa far parlare di infiltrazioni».
Il business degli espurghi dei pozzi neri però è appetibile e potrebbe non sfuggire a disegni criminali.
«Tutto è appetibile per i clan. Così come il disegno criminale potrebbe essere di gruppi di affaristi, magari solo contigui alla camorra. Non c’è dubbio che, se dagli accertamenti dovessero emergere elementi che portano alla camorra, la vicenda cambierebbe aspetto e sarebbero utilizzati gli strumenti giudiziari opportuni».
Gli assessori regionali Marone e Ganapini ritengono una montatura il caso Capri. E sostengono che è sorprendente che lei debba accertare la presenza della camorra sulla base delle dichiarazioni di un battelliere.
«Non ho mai letto né conosciuto le dichiarazioni del battelliere. Credo di essere stato abbastanza chiaro nei ragionamenti: al momento non c’è alcun elemento che confermi il rischio camorra, anche se si tratta di una ipotesi sempre legittima. Sul fatto della montatura, poi, ritengo che siano un po’ troppo frettolose le valutazioni dei due assessori».
La Regione contesta le iniziative della Capitaneria e l’interdizione della zona della Grotta Azzurra.
«Quella della Capitaneria è stata una misura di competenza amministrativa legittima e opportuna. Altro discorso è quello giudiziario. Per dirla in breve, non c’è alcun elemento per un provvedimento di tipo restrittivo come il sequestro. Dobbiamo aspettare le analisi per dire eventualmente che si è trattato del gesto di uno sconsiderato, come sostengono i sindaci».
Come giudica l’iniziativa del ministro Prestigiacomo di far costituire il governo parte civile?
«Impegno da condividere, una manifestazione di attenzione. Certo, non sarà possibile per i tempi tecnici nel processo ai due operai della Ecology ma si realizzerà in altri processi. Meritoria la costituzione di parte civile dei Comuni di Capri e Anacapri. Mi auguro però che i comuni lo facciano anche nel campo degli abusi edilizi, a Capri come a Ischia, a Procida come sui litorali nei centri dell’hinterland. Negli Anni 80 si faceva a Napoli, sarebbe un buon segnale riprendere l’iniziativa».
È utile inasprire le pene come propone il ministro?
«Inasprire le pene non sarebbe inutile. In Campania per l’emergenza rifiuti sono già inasprite e bene sarebbe estenderle a livello nazionale. Ma penso anche a una gamma di sanzioni accessorie più intelligenti ed efficaci come quelle di cui parlava l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi e quelle che sostiene l’attuale ministro delle Politiche europee, Andrea Ronchi: la sospensione delle licenze se si tratta di imprenditori di pubblici esercizi. Tuttavia a Capri mi è apparso sconcertante che il ristorante dell’anziano che gettava vetro sui fondali la sera dell’arresto era pieno più del solito, come mi è stato riferito. Insomma, è auspicabile anche una risposta sociale contro chi inquina».

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