Al processo l’ira del pm: dagli inquinatori documenti falsi

26 agosto 2009 - giu.cri.
Fonte: Il Mattino

Il giorno che passerà alla storia come quello della chiusura della Grotta Azzurra è anche lo steso nel quale si celebra la prima udienza a carico dei due operai arrestati dai carabinieri il 16 agosto ad Anacapri mentre - secondo l’accusa - scaricavano in mare liquami di provenienza fognaria. Una lunga udienza, quella celebrata ieri dal giudice monocratico della sesta penale Luigi Buono. Scandita anche da un colpo di scena finale. Il pubblico ministero Federico Bisceglia, titolare dell’inchiesta sul presunto inquinamento di Capri, ha infatti chiesto la trasmissione degli atti in procura dell’interrogatorio reso da un testimone: l’operaio della «Ecology srl», Vincenzo Santaniello (non imputato né indagato). Rispondendo alle domande del pm il testimone della difesa non avrebbe saputo spiegare il motivo della discrasia di alcune date e di alcuni orari relativi a carichi eseguiti dall’azienda. In particolare, dalle carte della Ecology emerge che fu effettuato un prelievo di liquami alle 22,30 mentre il suo «conferimento» (e cioè il succcessivo sversamento) alle 16,45. Un errore clamoroso o che cos’altro? L’accusa ritiene che possano essere stati falsificati alcuni documenti di carico di liquami ad Anacapri che recano date diverse (22 e 24 luglio scorsi) e che invece il teste ha indicato essere avvenuti in un solo giorno. Ma torniamo al processo, nel quale è stata ammessa la costituzione di parte civile dei Comuni di Capri e Anacapri (avvocato Luigi Tuccillo) e di Federalberghi. Gli imputati sono Salvatore Guerriero e Salvatore Criscuolo, 52enne, assistiti dagli avvocati Ranieri e Schettino, respingono tutte le accuse. Tra i testi dell’accusa è stato invece ascoltato il maresciallo Cristoforo Perilli, che comanda la stazione dei carabinieri di Anacapri. Il processo riprenderà l’8 settembre.

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