Depurazione, scoppia la rivolta
Solofra. Un solo giorno per decidere se pagare o meno, ma il dissenso verso l’aumento è generalizzato. Domani scade il termine per pagare le fatture sulla depurazione, ritoccate di un 10% in più a decorrere da luglio 2009. Il pagamento di aumenti tariffari che si ritengono ingiustificati, in un momento in cui la riduzione dei costi da parte delle aziende conciarie è obiettivo primario per resistere sui mercati internazionali, mette in subbuglio il settore. Diverse le strategie di lotta: dalla più intransigente, per coloro che non vogliono pagare alla più moderata, di chi vuol pagare ma non senza contestare. È quanto emerso ieri, nella tavola rotonda a palazzo Orsini convocata dal sindaco Guarino e dal vicesindaco e delegato alle attività produttive Antonio De Vita con associazioni imprenditoriali ed organizzazioni sindacali. Toni molti accesi, summit di oltre tre ore fino alle 21. A riassumere le due «linee» degli imprenditori sarà un testo unico che, nelle prossime ore, sarà emesso dal Comune, che si farà garante a firma della categoria imprenditoriale. «In qualità - sottolinea il vicesindaco, Antonio De Vita - di Amministrazione Comunale ci faremo portavoci dell'azione di contestazione degli imprenditori con un documento congiunto che unirà le parti, sia di quelli intenzionati a pagare che dei più intransigenti. Nello specifico, si chiederà alla struttura commissariale del generale Jucci di differire di circa 15 giorni i pagamenti, collocandoli a settembre. Il tutto per verificare se nel frattempo ci siano gli auspicati interventi dalla Regione, che aveva manifestato interesse a fornire sostegno. Non solo. Sarebbe il caso di attendere almeno la ripresa delle attività e verificare eventuali errori nel calcolo degli importi da pagare». La revisione delle fatture è un’esigenza evidenziata ieri dal presidente Cna, Lucio Guarino e da Michele De Maio, membro direttivo Unic: «Ogni fattura va rivista perché appaiono anomalie, bisogna prendere poi in esame i possibili incentivi regionali che sono stati preannunciati». «Non siamo d'accordo -aggiunge l'Unione degli industriali con Rosanna D'Archi-. Sul 10% di fatturazione va operata una ferma contestazione, così come va affrontato in maniera più ampia il problema della depurazione». «Bisogna - afferma Angelo Sari - pagare ma siamo d'accordo nel voler intraprendere ogni utile contestazione». «Non bisogna pagare ma combattere - riprende Pio Gagliardi, consigliere provinciale -. E si chiedono di rivedere i conti affinché anche Mercato San Severino paghi e non si penalizzi solo Solofra». Presenti Confapi, con Colucci e De Stefano che appoggiano l'azione di «rivolta».