Zio e nipote, sigarette per dare fuoco al bosco
Pellezzano. Incendiano tre ettari di bosco e tentano la fuga in auto: in manette due piromani di Baronissi. Sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Mercato San Severino G.d.A., 37 anni, disoccupato e il 22enne F.C., operaio. I due, zio e nipote, entrambi incensurati, intorno alle 14 di mercoledì si erano inerpicati lungo il sentiero che conduce ad Acquara di Pellezzano con un intento ben preciso: appiccare il fuoco al bosco che domina la collina. Ingegnoso il metodo utilizzato per dar vita ai focolai. Zio e nipote si erano infatti dotati di alcune sigarette, un bel po' di fiammiferi e del nastro adesivo. In sostanza collocavano un fascio di fiammiferi intorno ad una sigaretta, legavano tutto col nastro adesivo e poi accendevano la "bionda". La brace della sigaretta avrebbe consumato pian piano quest'ultima fino a giungere alla base di fiammiferi e creare il focolaio. Una tecnica che, nei piani dei due piromani, avrebbe loro consentito di darsi alla fuga prima del divampare delle fiamme. Ma non avevano fatto i conti con qualcuno che li ha avvistati avvisando immediatamente i carabinieri. I militari diretti dal capitano Pievani si sono recati sul posto e, mentre i vigili del fuoco lavoravano alacremente per spegnere l'incendio ormai divampato, si son messi sulle tracce dei piromani. Ci son volute circa due ore per intercettarli mentre, a bordo della propria automobile, cercavano di seminare i carabinieri. Una volta fermati, G.d.A. e suo nipote F.C. hanno negato di esser stati loro ad incendiare il bosco, ma a incastrarli sarebbe l'armamentario trovato nella loro auto: due coltelli, un accendino, sigarette, fiammiferi e nastro adesivo. Tanto è bastato perchè ai polsi dei due incensurati scattassero le manette con l'accusa di incendio boschivo. I due sono stati trasferiti nel carecere salernitano di Fuorni in attesa di essere interrogati dal procuratore capo Franco Roberti che ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulla vicenda sulla base delle indagini ads ampio raggio condotte dal Nucleo operativo dei carabinieri diretto dal colonello Francesco Merone. Attenzione puntata sui motivi che avrebbero spinto zio e nipote a dar fuoco al bosco. Casal Velino. Intanto, nella frazione Acquavella di Casal Velino un turista napoletano ha appiccato il fuoco ad un cumulo di rifiuti che era stato depositato lungo la strada in località Demanio e poi si è allontanato. Le fiamme, però, alimentate dai rifiuti plastici presenti nei sacchetti, si sono subito trasmesse al boschetto e alla macchia circostante arrivando a minacciare da vicino alcune case presenti nell’area e un’azienda agricola. Il titolare, resosi conto del pericolo imminente, ha chiesto aiuto ai carabinieri di Acquavella che sono accorsi sul posto. E i militari, agli ordini del luogotenente Carmine Grillo, si sono prodigati per spegnere il fuoco, riuscendo a salvare le case e l’azienda dal rogo. Quindi, è scattata la caccia all’incauto turista che è stato rintracciato e identificato. Si tratta di un operaio di Poggiomarino, in vacanza a Casal Velino. Non sapeva di aver provocato il rogo. È stato denunciato per danneggiamento e incendio boschivo alla procura della repubblica di Vallo della Lucania.