«Lo faccio da 30 anni, i bimbi si divertono»: difesa surreale

Il pescatore: non volevo fare danni i pezzi rotti sono levigati dalle onde
21 agosto 2009 - giu.cri.
Fonte: Il Mattino

Capri. È ancora frastornato, Carlo De Martino. Camicia bianca, pantalone grigio e mocassini, il titolare del ristorante dei «Bagni di Tiberio» - che si trova in uno degli angoli magici dell’isola azzurra - indossa gli stessi vestiti che portava quando i carabinieri della stazione di Capri lo hanno arrestato.
Dove si trovava in quel momento?
«In mare, sul mio gozzo che si chiama “San Giuseppe”. Con me c’era anche Kumar. Lui però non c’entra con questa storia».
In che senso? Non era kumar che lanciava in mare le bottiglie di vetro vuote?
«Sì, ma stava facendo solo quello che io gli avevo detto di fare. E poi ne aveva lanciate appena due o tre. Poi sono arrivati i carabinieri».
Quante altre volte è uscito in mare a disfarsi del vetro insieme con lui?
«Solo una volta».
Solo una?
«Con lui sì. Io, invece, lo faccio da una vita»
Che cosa?
«È una vita che esco in mare per liberarmi delle bottiglie. Da sempre. Saranno trent’anni che lo faccio».
E non si rende conto che questo comportamento danneggia l’ambiente?
«Il vetro, rompendosi sulla roccia, si fa a pezzettini. Ci pensa la marea a portarseli via. Poi, col tempo, il vetro colorato si deposita sul fondale. E ai bambini piace tanto...».
Che c’entrano i bambini?
«Sì, sì, ai bambini piace cercare le pietruzze colorate. Se venite allo stabilimento vi dimostro che è così. Non è pericoloso, il mare leviga il vetro. E i bambini fanno la raccolta dei pezzettini colorati: blu, verde, rosso...».
Ha mai sentito parlare di «raccolta differenziata»?
«Sì, certo. E noi al ristorante la facciamo la raccolta differenziata: plastica, carta, alluminio. Ma il vetro no. Proprio non immaginavo che inquinasse».

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