Capri, sui fondali anche la discarica di vetri
Capri. «Sì, signor giudice, è vero. Lo ammetto. Abbiamo rotto sugli scogli alcune bottiglie. Ma erano solo tre o quattro. Non di più. Non ci vedo niente di male: questa cosa l’ho sempre fatta da almeno trent’anni». Se non ci fosse quella gabbia di mezzo e se al di là dell’aula non si riconoscesse un uomo che veste la toga, verrebbe da credere a una finzione. Invece è tutto drammaticamente reale, e la scena si è svolta ieri in Tribunale. È qui che Carlo De Martino - 76 primavere portate con arzilla baldanza, gestore del ristorante dello stabilimento dei «Bagni di Tiberio» - ha candidamente ammesso le sue colpe. Il mare di Capri ridotto a pattumiera per la raccolta differenziata del vetro. È l’ultimo capitolo di una storia che sembra riservare colpi di scena, in questa estate da archiviare per le perle del Golfo di Napoli. Erano le 19,30 di due sere fa quando i carabinieri di Capri - in borghese a bordo di un gommone confuso tra i natanti che rientravano in porto - si sono accorti che a breve distanza dallo stabilimento balneare incastonato tra la Marina Grande e la Grotta Azzurra da un gozzo qualcuno lanciava oggetti contro la scogliera. A bordo c’era De Martino, in compagnia di un suo dipendente, Kumar Fernando Warnakulasuriya, 41enne, cittadino dello Sri Lanka in Italia con regolare permesso di soggiorno. I due stavano tentando di disfarsi del contenuto di tre casse di bottiglie vuote. Sono stati bloccati dopo il terzo lancio. E arrestati. Ieri mattina De Martino e Warnakulasuriya sono comparsi in aula davanti al giudice della sesta sezione penale Luigi Buono, che ha convalidato il loro arresto. «Vi rendete conto di quello che avete fatto? - ha chiesto il giudice ai due imputati - Lo capite che con il vostro comportamento avete inquinato i fondali?». Disarmante la risposta: «No, trattandosi di vetro non credevamo di inquinare». Il pm di udienza, Sergio Tedesco, e il difensore dei due, l’avvocato Loredana Riccio, hanno concordato il patteggiamento della pena. Al termine della camera di consiglio, la sentenza: condanna per i due a otto mesi di reclusione, senza sospensione della pena. Per il giudice esiste il rischio di reiterazione del reato. Per questo De Martino e il suo assistente dovranno restare agli arresti domiciliari. Il giudice ha disposto anche la confisca del gozzo di De Martino. E martedì si replica: in tribunale compariranno Salvatore Guerriero e Salvatore Criscuolo, arrestati nel cuore della notte di domenica scorsa ad Anacapri mentre sversavano a mare - a pochi metri dall’ingresso della Grotta Azzurra - i liquami contenuti dal furgone usato per gli espurghi eseguiti in alcune ville della zona. «Dimostreremo che i nostri dipendenti non hanno commesso alcun reato - dichiara al «Mattino» il direttore tecnico della ditta «Ecology srl», Enrico Giuliano - Siamo un’azienda seria, che opera da 10 anni sul territorio e che non ha mai prodotto inquinamento». E, sempre in tema di impegno per il territorio, la Gori specifica come «l’attuale grado di copertura del servizio fognario è superiore al 90%. Molte abitazioni potranno allacciarsi alla rete fognaria, evitando l’espurgo dei pozzi neri».