Appicca il fuoco e viene arrestato
Incendi appiccati per ripulire i bordi delle strade e le campagne dalle sterpaglie. Succede ogni anno in provincia di Caserta e come ogni anno, anche questa volta sono scattati gli arresti. Il primo è stato registrato a Castelvolturno. I carabinieri della stazione hanno colto in flagranza di reato Renato Coppola, di cinquantaquattro anni, incensurato. Munito di accendino, l’uomo appiccava il fuoco a ramoscelli secchi, in diversi punti della strada statale 7 Quater, al punto da bloccare il traffico per tre chilometri a causa del fumo che ostacolava la visuale degli automobilisti che percorrevano la statale. E’ finito in carcere accusato di incendio doloso. E’ stato bloccato appena in tempo. I vigili del fuoco di Mondragone e Caserta sono dovuti intervenire con tre autobotti per spegnere gli incendi che si sono estesi anche nei pressi della strada Nola-Villa Literno. Solo per poco è stato evitato un incidente stradale. Combustioni di origine dolosa sono state registrate anche a San Prisco, sulla collina che dal 15 agosto scorso non smette di bruciare. Anche ieri la forestale è intervenuta con autobotti per spegnere le fiamme e i vigili del fuoco hanno cercato di contenere l’incendio che nel pomeriggio si è sviluppato nei pressi di una cabina Enel. Nei giorni scorsi pericolo era stata la storica chiesa di Sant’Angelo in Formis. Autobotti e pompe in azione anche sul Matese, in zona Fonte Greca. Ma le zone della provincia maggiormente colpite restano quelle di Mondragone e Sessa Aurunca. Ogni anno vanno in fumo decine di ettari di terreno. Nell’agro aversano, invece, sono stati spenti decine di incendi di rifiuti lasciati in strada e in campagna. La raccolta è ferma da giorni in attesa di una decisione di commissariamento dei comuni meno virtuosi nel prelievo e smistamento di rifiuti urbani. La sola stazione dei vigili di Aversa ieri ha spento incendi di cumuli di rifiuti e sterpaglie a Cesa, in via San Michele, a Casal di Principe in via Campania, a Villa Literno e Teverola e in via Bartali a Trentola Ducenta. Il più preoccupante resta quello del monte Tifata, che dura da circa cinque giorni e non si riesce a domare del tutto. Al centralino dei vigili giungono telefonate di allarme anche di notte. Ieri sono stati utilizzati anche elicotteri della forestale per cercare di domare in parte l’incendio. I canadair hanno fatto da spola dal mare del litorale domizio alla montagna di San Prisco, sotto i rilfettori dei vigili ogni estate.