Le correnti puliscono il mare ma è scontro tra amministratori
Anacapri. Alle cinque della sera i più felici sono proprio loro, i battellieri della Grotta Azzurra. Gli ultimi colpi di remo prima di rientrare a Marina Grande sono meno faticosi quando gli affari vanno a gonfie vele. Lo sfregio dei liquami sversati a mare due notti fa sembra quasi un ricordo sbiadito. Si è lavorato forse meglio degli altri giorni, e il guadagno c’è stato. Con buona pace del maestrale e dei 5000 litri di escrementi finiti nelle profondità marine. Costanzo, uno dei 40 battellieri della Grotta, non ha dubbi: «Se il mare è tornato pulito - dice - è grazie alla fortissima corrente che c’è in questa zona. Ma chi può dire quei mascalzoni quante volte sono riusciti a farla franca?» Al giorno dell’indignazione segue quello dell’ira. «Adesso basta - tuona il sindaco di Anacapri, Francesco Cerrotta - Se qualcuno vuol continuare a fare dello sciacallaggio, io mi tiro fuori. Passatevi la mano sulla coscienza, voi giornalisti, prima di fare ipotesi azzardate. Io la mano della camorra non la vedo». Il primo cittadino è su tutte le furie. Rivendica il merito di essere a capo di un’amministrazione modello, «che garantisce l’80 per cento della raccolta differenziata», e dice di non credere alla regia occulta che avrebbe mosso la mano dei due operai della «Ecology srl», la ditta finita al centro di un’inchiesta della Procura di Napoli dopo l’arresto in flagranza di reato di due suoi dipendenti. Ma il paradosso è proprio questo: nel primo Comune in Campania ad aver organizzato il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti è accaduto che quelli speciali venissero smaltiti nientemeno che nelle acque prospicienti la Grotta Azzurra. Dissotterra l’ascia di guerra Costantino Federico, ex sindaco e oggi consigliere comunale di Capri. «Di fronte a compiti impegnativi come quello della tutela ambientale - sostiene - le amministrazioni di Capri e Anacapri sono inadatte, incapaci e incompetenti». Ieri, intanto, c’è stato un lungo colloquio tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il senatore del Pdl Raffaele Lauro sugli incidenti che hanno colpito nei giorni scorsi le infrastrutture per il servizio elettrico di Capri, Ischia e Sorrento e - in particolare - sul caso dei liquami sversati nella Grotta Azzurra. Valutata positivamente la proposta di creare «una commissione governativa per risolvere le problematiche che gravano sulle località turistiche del Golfo». Lauro auspica un intervento diretto del premier Silvio Berlusconi. Ma c’è una gran parte di capresi e anacapresi che non vuole dimentricare. Lo sfregio inferto all’immagine dell’isola azzurra è ancora troppo fresco, e la ferita non si è affatto rimarginata. «A tutto avrei pensato - commenta Peppino di Capri - ma non che si potesse arrivare a tanto. Ora ogni persona di buon senso ha diritto a esigere indagini approfondite, a 360 gradi». Nei ricordi del cantante c’è anche un’immagine tornata drammaticamente attuale con l’arresto dei due presunti inquinatori: «Non penso che abbiano scelto quella zona a caso per liberarsi dei liquami. Quando ero bambino c’era già chi si inerpicava su quel costone per disfarsi di biciclette e altri oggetti. Li buttava giù, a mare». Il presidente degli albergatori, Sergio Gargiulo, pensa sia finalmente giunto il momento di istituire il parco marino; mentre per l’imprenditrice Grazia Bottiglieri, titolare dell’hotel La Palma (lo stesso nel quale alloggia il presidente Giorgio Napolitano nei suoi soggiorni capresi), questa orrida estate scandita da black out e sfregi ambientali «è purtroppo il frutto di una serie di errori strategici che cercano di progettare solo un’immagine virtuale del turismo, a Capri come nel resto della Campania». In fondo, il danno ormai è fatto. E, come dice qualcuno, «in questa brutta storia è difficile non ricordare quello che, a suo tempo, scrisse Tommaso Besozzi a proposito dell’uccisione del bandito Salvatore Giuliano: “Di sicuro c’è solo che è morto”».