Castellammare, rifiuti e pomodori mare a rischio alla foce del fiume Sarno
Castellammare. Pomodori che galleggiano e arrivano fino al mare, rifiuti ammassati che creano pericolose barriere nelle acque melmose. Anche quest'estate è emergenza fiume Sarno per gli abitanti della periferia stabiese. La denuncia arriva da alcune famiglie di residenti di via Ripuaria, che vivono a due passi dal letto del corso d'acqua più inquinato d'Europa e che almeno un tempo attraversava una delle zone ad alta concentrazione di stabilimenti della lavorazione di pomodori. «L'acqua è strapiena di pomodori - spiega una giovane mamma - che non solo marciscono sotto il sole, ma finiscono a mare direttamente e poi sulle nostre spiagge rendendo l’aria irrespirabile. Credo che bisognerebbe capire come mai ancora avvengono sversamenti industriali nel Sarno, è un’assurdità». Dello stesso parere un vicino di casa, preoccupato anche per le condizioni igienico-sanitarie di chi abita in questo tratto degradato del territorio. «Non solo respiriamo miasmi da anni - racconta un altro residnete - ma il fiume continua a essere la discarica di tutti, visto che in prossimità dei ponticelli, che attraversano il corso d'acqua, si sono create montagne di rifiuti che intasano il canale, rischiando già adesso straripamenti. Con le piogge la situazione diventerà pericolosa». Da una parte il degrado, all’altra l'impegno dell'amministrazione comunale per il recupero del waterfront di Castellammare, partendo proprio dal corretto funzionamento del depuratore foce Sarno. Antonio Sicignano, vicepresidente regionale del Circolo della libertà, unisce la sua voce a quella degli stabiesi che convivono con il fiume-cloaca da sempre. «È soltanto l'ultimo scandalo ambientale - commentato il portavoce del Circolo della Libertà - la nostra città, che punta al turismo, non può ancora tollerare situazioni simili, che pregiudicano, di fatto, il nostro mare. Il nostro appello all'amministrazione comunale - conclude Sicignano - perchè non si interrompa il controllo del territorio, sostenendo un programma di tutela del litorale, e delle acque (visto che le correnti potrebbero portare questi pomodori fino a Capri) e salvaguardando la salute degli abitanti della periferia». Sarno, fiume rosso di pomodori. E pensare che le bucce, scarti che gli esperti ritengono altamente inquinanti dell’acqua del mare e dei fiumi, possono essere utilizzate per realizzare shopper e buste di plastica biodegradabili. E, quindi, ecologiche. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare del Cnr di Pozzuoli. «Gli scarti di pomodoro, e più precisamente i polisaccaridi di cui sono composti, possono rappresentare una risorsa economica», spiega Barbara Nicolaus, ricercatrice del Cnr e autrice dello studio, che ha ottenuto i finanziamenti del Miur.