Monte S. Angelo in fiamme, caccia ai piromani
Cava de’ Tirreni. Quattro giorni di fuoco. Quattro giorni in cui ettari ed ettari di macchia mediterranea sono andati in fumo. Quattro giorni di tensione e paura per il propagarsi delle fiamme. Ha continuato a bruciare Monte Sant'Angelo. Dalle prime luci dell'alba, ieri mattina, il rombo dei motori degli aerei hanno annunciato ai cittadini cavesi la quarta giornata di emergenza incendi. I roghi, divampati da sabato scorso (giornata di ferragosto), hanno continuato a minacciare ettari ed ettari di bosco del versante cavese di Monte Sant'Angelo, minacciando il lato che conduce a Nocera Superiore dove ad essere a rischio sono un gruppo di abitazioni. Per l'intera giornata di ieri le squadre dei soccorritori sono rimaste in allerta: incessante il lavoro dei vigili del fuoco di Salerno, così come del corpo forestale e degli uomini della protezione civile, diretti dall'ispettore Michele Lamberti. Il servizio antincendio, così come spiegato dall'assessore comunale all'ambiente Germano Baldi, ha predisposto una vasca per l'approvvigionamento nell'ex Velodromo. Mentre volontari e squadre di tecnici sono a lavoro per spegnere l'incendio, che sembra essere stato originato da diversi focolai accesi da una mano piromane, esplode la rabbia. Dopo le polemiche sui ritardi, accesa dall'assessore comunale Germano Baldi, il sindaco Luigi Gravagnuolo ha annunciato tolleranza zero e soprattutto una task force per acciuffare i colpevoli: si tratta di piromani, che senza mezzi termini, vengono accomunati a veri e propri deliquenti. In queste ore si sta predisponendo un servizio di avvistamento, così come era accaduto lo scorso anno. Per una strana coincidenza anche lo scorso anno ad andare in fiamme fu Monte Sant'Angelo. Stessa la dinamica del rogo: più focolai accesi in diversi punti per rendere difficoltosa l'opera di spegnimento. Oggi come allora venne ipotizzato un possibile legame con interessi edilizi e in particolare con il fenomeno dell'abusivismo.