Prima lo scarico, poi il rogo il video choc dei «pirati»
Scarti di lavorazione del pellame, del tessile e copertoni di auto gettati in strada e pronti per essere dati alle fiamme. Il sistema più comodo ed economico per sversare rifiuti speciali, praticato nell'area a Nord di Napoli, tristemente ribattezzata la «Terra dei fuochi». Un toccasana per le piccole fabbriche che operano nell'illegalità, un danno incalcolabile per l'ambiente e per la salute dei cittadini. «È da almeno un anno che va avanti questo stillicidio», dice Angelo Ferrillo, presidente della omonima associazione, che da 12 mesi raccoglie sul suo sito (www.laterradeifuochi.it) le segnalazioni dei residenti del triangolo Giugliano, Qualiano, Villaricca e dei quartieri cittadini di Scampia, Secondigliano e Piscinola. Quattrocento fino ad oggi i roghi censiti. L'ultima video-denuncia recapitata all'associazione, prontamente presentata alla caserma dei carabinieri di Marianella, risale all'11 agosto. I fotogrammi non lasciano dubbi. Sono le 9 del mattino. Non lontano da viale della Resistenza, a Scampia, un uomo è alla guida della sua Fiat Uno verde metallizzata. Accosta all'altezza di via Cupa Perillo e inizia a sversare sacchi di immondizia e gomme d'auto. Un'azione lampo, neanche due minuti, e per strada restano scarti di lavorazione del pellame e del tessile e i copertoni. Quando la strada sarà piena di rifiuti, basterà un po' di benzina e un fiammifero per liberare l'area e fare posto ad altri rifiuti, in barba alla recente ordinanza del sindaco Iervolino che proibisce, tra l'altro, il rogo degli pneumatici sul territorio cittadino. «La comunità rom - prosegue Ferilli - si presta a svolgere queste mansioni. Non è razzismo, ci tengo a sottolinearlo, ma bisogna intervenire. I rom sono l'anello debole della catena che parte dalle fabbriche e i primi a respirare questi veleni». Le strade più interessate dal fenomeno sono l'Asse Mediano, la strada provinciale 1, le statali 265, 268 e la 7 bis. «I fuochi - prosegue Ferrillo - bruciano vicino al campo rom di Scampia e alle scuole, ma il fenomeno è molto più esteso. I Comuni più colpiti sono Giugliano, Qualiano e Villaricca: i fuochi bruciano vicino ai frutteti, in prossimità degli allevamenti e delle abitazioni. Si è fatto un gran parlare dell'inceneritore di Acerra e questo scandalo giornaliero dell'area a confine tra Napoli e Caserta sembra non interessare nessuno». L'associazione ha anche presentato due esposti in Procura. Sulla vicenda interviene il consigliere Raffaele Ambrosino, che a luglio ha sollevato la questione in consiglio, in occasione della discussione sul bilancio. «Siamo di fronte ad una emergenza ambientale di grande proporzione colpevolmente sottovalutata da chi ha la responsabilità della salute dei cittadini, a partire dallo stesso sindaco cui la legge, la 267 del 2000, affida responsabilità specifiche su questi temi. L'ordinanza emanata su mia proposta -spiega il consigliere del Pdl - è solo un piccolissimo passo avanti, ma non basta per risolvere questa tragedia. Si istituisca subito un coordinamento tra le istituzioni e le forze dell'ordine e si dia luogo ad una task force per aggredire e risolvere questo scandalo». Nel corso di quella riunione a via Verdi, il sindaco ha accettato anche l'invito del consigliere a svolgere un sopralluogo nell'area interessata. L'appuntamento è fissato per i primi di settembre.