Rogo ai Camaldoli, allarme in ritardo
La cenere ha coperto mezza Napoli, da Posillipo al Vomero, una nevicata grigia e dall’odore non certo gradevole ha preoccupato moltissime famiglie. Per fortuna nessun danno o disagio se non lo stupore di trovarsi in uno scenario grigio nel bel mezzo di una domenica assolatissima e piena di luce di pieno agosto. È stata una delle conseguenze del grande incendio che - puntuale come ogni anno - ha divorato un altro pezzo della collina dei Camaldoli. Pochissimi i dubbi sull’origine dolosa. Alberi, macchia mediterranea e soprattutto quegli argini naturali che frenano le grandi quantità di acqua che cadono giù a settembre - mese che a Napoli è sempre caratterizzato da piogge intensissime che provocano catastrofi gravi come quella recente proprio ai Camaldoli - polverizzati dalle fiamme, cenere appunto caduta sulla testa dei napoletani. Le fiamme sono scoppiate poco dopo le 7 di ieri, interessato ai roghi il versante che dà verso la zona flegrea, in particolare Soccavo. Segmento della collina molto impervio, inaccessibile ai mezzi di terra. Solo grazie all’ausilio dei mezzi aerei, agli elicotteri della Forestale nello specifico, la grande paura di far sfollare centinaia di persone è passata, se anche solo nel tardo pomeriggio. Sul posto oltre alla Forestale hanno lavorato i volontari della protezione civile di Napoli e della Regione e naturalmente i vigili del fuoco. Non mancano però le polemiche sulla tempestività dei soccorsi. Dalla Protezione civile sottolineano che «solo alle 10,45 sono stati avvisati dalla Regione dell’esigenza di mettere in campo mezzi aerei. Ovvero un elicottero S64 che trasporta 9000 litri di acqua e 2 canadair. È chiaro che se ci avessero avvisato prima sicuramente le fiamme sarebbero state domate molto più presto». Vigili del fuoco stremati da una giornata che li ha visti impegnati su più fronti e tutti nella provincia di Napoli. Terribile il rogo di oltre mille pneumatici ad Acerra, «un disastro ambientale enorme» hanno commentato dal comando dei vigili del fuoco. Della questione si è occupata non più di tre settimane fa la commissione bicamerale che indaga sulle storture dello smaltimento dei rifiuti. Il sindaco Rosa Russo Iervolino - dopo l’audizione - ha varato una ordinanza precisa che proibisce i roghi di pneumatici sul territorio cittadino. Perché singolarmente Napoli non era dotata di un simile strumento normativo. Tornando ai Camaldoli, l’incendio è stato molto scenografico, il denso fumo che si è levato dalla zona è stato visibile da diverse zone di Napoli e della provincia tanto impetuose erano le fiamme. Una mattinata difficile per le suore e gli ospiti anziani dell’Eremo dei Camaldoli circa 60 persone, a un passo dall’evacuazione. Paura passata poi dopo l’ora di pranzo, sicché gli ospiti anziani hanno potuto godersi il fresco dell’Eremo in tranquillità. Tanto più che è stato interdetto l’accesso all’Eremo a causa della fitta coltre di fumo. Alle 19 i vigili del fuoco hanno dichiarato l’area dell’Eremo sotto controllo con il fuoco spento. Ma il pericolo si è spostato più a nord fino a interessare via Pisciarelli a Pozzuoli. Un guaio serio perché dalla Tangenziale è scattato l’sos per due motivi: il crescente pericolo che le fiamme potessero raggiungere la carreggiata fra i caselli di Agnano e Pozzuoli e la cabina di derivazione elettrica che staziona proprio nella zona dell’incendio. Due squadre dei vigili del fuoco hanno combattuto fino a sera con le fiamme, così come è regnata l’incertezza se chiudere o meno quel pezzo di Tangenziale. Alla fine della giornata però tutto è filato liscio, nel senso che la Tangenziale non è stata chiusa.