Acerra, l’Esercito sfratta la protesta dei licenziati
Acerra. Lo sciopero della fame e della sete continua senza sosta nonostante all’alba di ieri un contingente dei militari sia intervenuto per farli spostare perché lì, nell’area del termovalorizzatore, zona militare, non ci possono stare. Gli otto operai licenziati qualche giorno fa dalla Elettra Energia, restano davanti ai cancelli dell'impianto bruciarifiuti. Il contatto tra i soldati e le tute blu non è certo stato di quelli amichevoli ma per fortuna non si sono registrati incidenti. Un gruppo di militari ha piazzato una barriera di filo spinato sulla strada che passa davanti all'ingresso dell'inceneritore. «A un certo punto la zona sembrava un teatro di guerra: dappertutto gente in tuta mimetica e filo spinato», raccontano gli operai. L'azione preventiva è stata giustificata dal fatto che l'inceneritore di Acerra è un sito militarizzato. Tutta l'area è stata da tempo dichiarata d'interesse strategico nazionale perché qui si giocano le sorti dell'emergenza rifiuti in Campania. L'attenzione dello Stato, dunque, è estrema ma gli operai in lotta per il posto di lavoro proprio non vogliono mollare. Ieri mattina hanno piazzato davanti alla trincea di filo spinato sedie da campeggio e sdraio. Lì si sono seduti e da lì non si sono più mossi per tutto il giorno: «Staremo qui fino a quando non ci riassumeranno: siamo ultraspecializzati, abbiamo insegnato noi come si guida questa macchina così complessa». Una protesta testarda ma pacifica. Prima di mezzogiorno i militari hanno anche rimosso il filo spinato. Poi gran parte del contingente ha fatto rientro nelle caserme. Il momento è di quelli ad alta tensione. Dopo anni di ritardi, polemiche e inchieste giudiziarie la Fibe va via. Il passaggio definitivo delle consegne alla lombarda A2A è previsto per il prossimo mese. La società controllata alla pari dai comuni di Brescia e Milano sta per prendere il timone del termovalorizzatore napoletano. Nel frattempo la piemontese Elettra, chiamata per il collaudo dell'opera, sta per lasciare, come previsto, la nave che ha avviato con successo. Ma sul posto restano le scorie dell'abbandono: decine di licenziamenti. A settembre l'A2A bandirà le selezioni finalizzate al reclutamento di manodopera specializzata, uno spiraglio per chi vorrebbe restare qui. «Purtroppo non crediamo a queste selezioni, ormai vicine, abbiamo dato troppo fastidio», lamentano gli otto manifestanti appena licenziati insieme con altri trenta trasferisti provenienti da altre regioni, che hanno deciso di tornare a casa. Alle dipendenza della Elettra qui rimangono, ma ancora per poche settimane, circa trenta tra operai e tecnici. Altri sessanta lavoratori sono all'opera nell'inceneritore per conto di varie aziende. In tutto novanta addetti il cui futuro prossimo è incerto.