Liquami nel mare di Giugliano Il sindaco: “Stato di calamità”
Il sindaco di Giugliano chiede alla Regione di dichiarare lo stato di calamità per il tratto di mare che lambisce il suo Comune. «Le acque sono diventate di colore marrone e la superficie è ricoperta da una patina giallastra e da materiale schiumoso – spiega il sindaco Giovanni Pianese – con concentrazioni elevatissime di colibatteri, che, secondo i dati dell´Arpac risalenti allo scorso 2 luglio, ammonterebbero a 200mila ogni 100 millilitri, quando il limite di tolleranza è di 2mila. A determinare tale situazione sarebbe, oltre la presenza di scarichi fognari abusivi, la mancata ultimazione di alcuni depuratori, il non corretto utilizzo di quelli esistenti e lo stop delle attività di depurazione dell´impianto di Cuma». Ancora allarme ambientale nell´estate nera del mare della Campania. «Questa situazione – continua il sindaco – costituisce un pericolo per la salute dei cittadini e pone seri interrogativi sulla qualità e sulla commestibilità del pescato campano». Troppe le incertezze sullo stato di salute di quel tratto di mare, inquinato da liquami e marchiato come “non balneabile” già da qualche tempo. A soffrire, i lidi che registrano un crollo di presenze in qualche caso vicino al 100 per cento. Qualche giorno fa anche l´Assobalneari aveva chiesto alla Regione di dichiarare lo “stato di grave crisi”. Intanto, sono stati resi noti i risultati delle contro-analisi delle acque del litorale flegreo, altrettanto colpito da presenze più che dimezzate. Effettuate dal professor Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica Ambientale della Federico II, dimostrano che l´acqua su quel versante è balneabile, tranne che di fronte al depuratore di Cuma. Non ci sono colibatteri tra Licola, Cuma, Monte di Procida e Miliscola. Ma un punto resta aperto. Il valore dei metalli riscontrati in quel tratto di mare è superiore alle soglie consentite. Sono necessarie altre analisi per verificare la natura dei metalloidi. Potrebbe trattarsi, infatti, di valori naturali, dovuti alle rocce vulcaniche presenti nei Campi Flegrei. Ma potrebbero anche provenire dal depuratore di Cuma. Sono necessari almeno tre prelievi durante l´arco della stagione balneabile – spiega De Vivo – per avere un quadro chiaro. Il responso finale è rimandato a settembre.