Rifiuti, il piano anti-discarica
Entro il 31 dicembre la provincializzazione del servizio. Benevento e Caserta ok, Avellino in ritardo
Entro il 31 dicembre dovrà essere varato il piano di provincializzazione del ciclo integrato dei rifiuti. Benevento e Caserta sono alle battute finali, Avellino sconta ritardi. Eppure questa rappresenta l’unica possibilità per evitare l’apertura della megadiscarica regionale sul Formicoso. L’assessore provinciale all’Ambiente, Domenico Gambacorta: «Abbiamo già avviato i contatti, rispetteremo i termini»
Avanti a piccoli passi. Procede a rilento il percorso verso la costituzione della società provinciale che sarà chiamata a gestire il ciclo integrato dei rifiuti. Mentre Benevento e Caserta sono alle battute finali, l’attività dell’amministrazione provinciale di Avellino è ancora in fase embrionale. «Rispetteremo la scadenza del 31 dicembre», chiarisce l’assessore all’Ambiente, Domenico Gambacorta. L’avvio della provincializzazione scongiurerebbe definitivamente il rischio di un terza mega discarica in Irpinia, quella sul Formicoso. I ritardi sarebbero addebitabili esclusivamente allo stallo del periodo commissariale. La nomina del nuovo esecutivo non ha, però, coinciso con un’accelerazione. «Abbiamo avviato - ammette Gambacorta - i contatti con la struttura commissariale. Nelle prossime settimane faremo i necessari passaggi politici e istituzionali e coinvolgeremo nella discussione anche i presidenti dei due consorzi irpini di smaltimento rifiuti». Sembra, però, del tutto tramontana l’ipotesi di ripartire da Asa, il braccio operativo del Cosmari Av1, e da Av2 ecosistema, la società del Cosmari arianese. L’idea potrebbe essere invece quella di costituire una struttura ex novo che possa gestire l’impiantistica e il servizio di raccolta. «Sarebbe auspicabile - suggerisce il presidente del consorzio Av2, Vincenzo Sirignano - l’affidamento della raccolta alle due società già esistenti, per garantire una ottimale gestione del servizio, senza interruzioni». Il sindacato evidenzia la necessità di affrontare e risolvere la partita in tempi rapidi. Due le questioni sulle quali le organizzazioni di categoria puntano l’attenzione. «In primis - evidenzia Michele Caso della Cisl - il nostro impegno sarà rivolto alla costituzione di una società interamente pubblica: troppi gli interessi di un settore molto delicato che suscita numerosi appetiti». Di fondamentale importanza anche il nodo dell’occupazione: i circa 450 addetti del settore in Irpinia dovranno tutti essere ricollocati nella costituenda società. «Non nutro grosse preoccupazioni a riguardo, - continua Caso - soprattutto perché il comparto, almeno in provincia di Avellino, non ha un saldo occupazionale gonfiato. Non è importante che la società si chiami Asa o Av2 ecosistema, o nasca dallo scioglimento delle due attuali. Il contenitore conta poco. È necessaria la costituzione di una struttura pubblica efficiente che gestisca impiantistica e raccolta e garantisca al territorio un servizio di qualità, soprattutto attraverso una buona differenziata». I primi contatti tra Provincia e commissariato hanno definito che alla nuova società spetterà la gestione di tutta l’impiantistica presente sul territorio irpino, dallo Stir, ex Cdr, di Pianodardine, fino alla struttura per la valorizzazione del secco di Montella, passando attraverso la stazione di trasferenza di Flumeri, la centrale di selezione dell’umido di Teora e le numerose isole ecologiche realizzate dal Cosmari Av2. La costituzione del nuovo organismo passerà attraverso la nomina, non ancora definita, del soggetto attuatore, che dovrà provvedere all’individuazione dello stato patrimoniale della società e all’adozione del piano industriale. Non è da escludere che l’incarico venga affidato al presidente dell’Amministrazione provinciale Cosimo Sibilia o allo stesso assessore Gambacorta. E alla conclusione del percorso, con l’avvio della gestione del ciclo integrato su scala provinciale, guardano con estremo interesse le comunità dell’aAlta Irpinia, da tempo impegnate nella battaglia per salvaguardare il territorio del Formicoso dall’ipotesi di realizzazione di uno sversatoio regionale.