«Nel Basso Lazio mare non inquinato»
Psicosi ma danni reali per gli operatori e il turismo. Non solo casertano ma anche della vicina costa del Basso Lazio, meta preferita per tanti villeggianti campani. Così se da un lato gli operatori di Mondragone ricorrono alle vie legali per difendere la loro immagine, oltre il Garigliano è netta la presa di posizione a riguardo. Le acque del pontino dal punto di vista sanitario non hanno problemi di sorta nelle zone balneabili, così come identificate dalla delibera regionale accuratamente applicata dai Comuni rivieraschi. È quanto è emerso dalla Commissione Ambiente della Provincia di Latina, riunita in seduta straordinaria, per volontà dell'assessore Gerardo Stefanelli e del presidente della Commissione Enrico Della Pietà, alla quale ha partecipato anche il direttore Arpa Lazio Ennio Zaottini. «Dal punto di vista balneare - hanno evidenziato congiuntamente Provincia, Arpa e Asl - le acque manifestano al momento la medesima qualità espressa negli anni passati. Sono pertanto immotivati tutti gli allarmi e le preoccupazioni fomentate da dicerie che non trovano alcun riscontro nei dati oggettivi». «Le condizioni sono senza dubbio favorevoli rispetto agli anni passati - ha sottolineato Zaottini - sono state messe in campo una serie di iniziative che hanno portato a risultati eccellenti e che altrettanto porteranno in futuro. Gli unici punti di criticità dovuti anche alla presenza di rifiuti organici riguardano il Garigliano nella zona sud e il Portatore a Terracina». «Necessita una sinergia con la provincia di Caserta per cercare di risolvere il problema - ha ribadito il consigliere Paolo Graziano - ma dobbiamo riconoscere anche che tanti problemi sono stati risolti e che certe dicerie altro non hanno fatto che aumentare l'allarme da parte dei cittadini e dei turisti. Questi dati tecnici e sanitari, quindi, debbono tranquillizzare tutti perchè le nostre acque sono pulite e balneabili a tutti gli effetti». Sul versante casertano dopo settimane di annunci, la querela è stata «partorita». Le massime autorità provinciali del Sindacato italiano balneari e dell'Ascom, rispettivamente Marcello Giocondo e Mario D'Anna hanno sporto denuncia, presso la stazione dei carabinieri di Caserta, contro ignoti che hanno contribuito durante quest'estate 2009, ad un disastro ambientale sul litorale domizio. Sul banco degli imputati, la mancata balneabilità di alcuni tratti dell'unica costa casertana, ma soprattutto una psicosi-malattie che ha generato una crisi economica del settore turistico-balneare. «Quanto accaduto quest'anno sul nostro unico litorale - si legge in una nota a firma di Giocondo e diramata solo nella giornata di ieri - ha registrato la riduzione della clientela tradizionale o addirittura l'azzeramento della stessa, con il rischio in alcuni casi di fallimento e con necessità di ricorso, per quello che è possibile, ad istituti di credito, per prestiti di sopravvivenza». Le associazioni, con il sostegno dei balneari, puntano in particolare l'indice contro le centinaia di comuni del Casertano, Napoletano e Benevento che sversano abusivamente, senza depurare, nelle acque della fascia domiziana. «La colpa - rincara Giocondo - è da attribuire ai comuni dell'entroterra casertano, ma a quelli del napoletano e del Sannio che scaricano, "impunemente" tutto ciò che è inquinante in canali e corsi d'acqua che finiscono a mare o per meglio dire nel mare, che bagna per chilometri e chilometri la costa casertana».