Depuratori-fantasma, scatta l’inchiesta
Perchè a Battipaglia il depuratore in zona Asi, costato alla collettività 60 miliardi di vecchie lire, non è entrato in funzione? A questa domanda stanno cercando di dare una risposta gli investigatori, delegati dal sostituto procuratore Angelo Frattini a effettuare una serie di indagini per capire perchè continua a operare solo il vecchio impianto di depurazione delle acque esistente in località Tavernola, costruito negli anni Sessanta, che attualmente ha una capacità ridotta rispetto al notevole incremento demografico della città nel corso degli ultimi trent'anni. Non solo negli anni Ottanta è stato costruito un nuovo depuratore in zona Asi, ma è stata realizzata anche la conduttura, che avrebbe dovuto convogliare i reflui dell'intera città nell'impianto. Anzi in base alle previsioni avrebbe dovuto depurare anche i reflui di Eboli. Sono stanziati i finanziamenti, il depuratore è stato costruito nella zona industriale nei pressi del Cdr, ma ha sempre depurato solo gli scarichi della zona industriale battipagliese. Per quelli della città invece ha continuato ad operare il vecchio impianto di Tavernola, già da tempo inadeguato. Così da alcune stime effettuate negli anni scorsi, si è rilevato che a fronte dei 25mila metri cubi al giorno di reflui, prodotti a Battipaglia, il vecchio depuratore ne riesce a trattare solo seimila, gli altri 19mila restano senza depurazione e così finiscono in mare. Una consistente fonte di inquinamento, su cui ora la Procura vuole fare luce, chiarendo soprattutto perchè quell'impianto non sia stato mai utilizzato in trent'anni per depurare i reflui dell'intera città. Per scoprire cosa si nasconde dietro questa anomala situazione, che comporta notevoli danni per la salute dei cittadini e per l'ambiente, sono state avviate diverse attività investigative. Da una parte è stata disposta all'acquisizione della documentazione, dall'altra si sta procedendo a sentire, come persone informate sui fatti, tecnici comunali e soggetti a conoscenza della questione. Il fatto paradossale è che a Battipaglia esistono due depuratori, ma la maggior parte dei reflui della città finisce nei fiumi e in mare senza trattamento, determinando un alto tasso di inquinamento lungo il litorale. La situazione è sotto gli occhi di tutti, si sono succedute amministrazioni di diverso colore politico, ma nulla è mutato. Di chi è la responsabilità? Saranno gli inquirenti a dare una risposta, ma per farlo dovranno anche fare chiarezza sulla «guerra» tra le diverse società, che entrano in campo nella gestione del ciclo della depurazione. Del sistema idrico a Battipaglia si occupa l'Asis, che dovrebbe versare la quota relativa alle fogne e alla depurazione all'Asi se il depuratore della zona industriale dovesse trattare anche i reflui di tutta la città. E poi c'è l'Ato, Ambito Territoriale Ottimale, istituito dalle varie normative, che si sono succedute nel corso degli ultimi anni. Enti, società, con competenze analoghe, che a vario titolo potrebbero aver inciso sul mancato funzionamento del depuratore costruito in zona Asi. Intanto ora, al di là dei diversi ruoli e delle responsabilità, quando e se si deciderà di far confluire i reflui di Battipaglia nell'impianto costruito in zona Asi, si dovranno certamente effettuare lavori di adeguamento, sulle condutture, in considerazione dei lunghi anni trascorsi dalla costruzione. La conclusione è che sarà necessario stanziare altri fondi pubblici per gli ulteriori interventi, mentre la collettività ai danni alla salute aggiungerà anche quelli economici.